Scuola
Scuola e Covid-19: il Governo dice no alla didattica a distanza
L’emergenza sanitaria da Covid-19 inizia a fare paura. Qualcuno invita alla chiusura delle scuole e alla didattica a distanza, ma non tanto per i contagi nelle scuole, quanto per il caos che c’è nel trasporto pubblico. Molti ragazzi prendono bus, tram, metro e treni locali per andare a scuola e, inevitabilmente, è impossibile tenere il distanziamento dato che per legge possono essere occupati all’80%.
Con l’aumento dei contagi i mezzi pubblici sono altamente rischiosi e si dovrebbero evitare il più possibile ma sappiamo bene che in molti casi è una scelta obbligata. I bambini più piccoli sono quasi sempre accompagnati in auto o a piedi, ma in base ai posti in cui si vive, già alle scuole medie si va con l’autobus.
Chiudere le scuole perché i mezzi pubblici non sono adeguati non è una strada percorribile, ma è chiaro che bisogna fare qualcosa. Da maggio a oggi ci sono stati tanti mesi per trovare delle soluzioni, ma è stato fatto ben poco e adesso ci troviamo di nuovo in una situazione pericolosa. I sacrifici personali e quelli dello Stato, dei negozianti e delle attività, servono a poco se poi i pericoli concreti si corrono per andare a scuola o a lavorare.
Scuola e Covid-19: tutte le norme anti contagio
Le scuole sono sicure, si deve usare la mascherina e mantenere il distanziamento, non ci sono più cose che un anno fa erano la normalità e un po’ tutti ce ne siamo fatti una ragione.
La didattica a distanza deve essere l’ultima opzione, perché non può mai compensare o sostituire la scuola vera. Serve una presa di coscienza da parte di tutti, a ogni età, per fare in modo che non si ripiombi tutti nell’incubo dello scorso marzo.
La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha dichiarato:
“I numeri e le analisi dell’Istituto Superiore di Sanità ci confermano che i contagi non avvengono dentro le scuole. L’attenzione deve essere invece orientata fuori, alle attività extrascolastiche, come ribadiamo da tempo. I ragazzi sono felici di essere tornati a scuola. E ci devono rimanere. Anche per quelli più grandi la didattica in presenza è fondamentale perché garantisce formazione ma anche socialità, che altrimenti i giovani andrebbero a cercare altrove», ha aggiunto Lucia Azzolina. Il problema, per le stesse regioni, non è all’interno delle scuole. È fuori come dicono da tempo tanti insegnanti: In aula manteniamo ordine e distanze, appena escono i ragazzi più grandi sono liberi”.
Foto di Vinicius Imbroisi e di Orsna da Pixabay