Istruzione
Sant’Antonio da Padova: la storia raccontata ai bambini e la tradizione legata agli animali
Come raccontare la storia di Sant’Antonio da Padova ai bambini? Ecco cosa dire ai più piccoli su uno dei Padri della Chiesa.
Sant’Antonio da Padova, un po’ come San Francesco, attira sempre la curiosità dei bambini. Ecco perché è bene raccontare ai più piccoli la sua storia e spiegare loro perché per la tradizione popolare il suo culto è tanto importante.
Sant’Antonio da Padova: la storia raccontata ai bambini
Il 13 giugno di ogni anno si festeggia Sant’Antonio da Padova. Raccontare la sua storia ai bambini è molto importante, anche perché il suo culto è legato a diverse tradizioni popolari che ancora oggi si svolgono in tutta Italia. Nato a Lisbona, in Portogallo, il 15 agosto del 1195, è morto a Padova il 13 giugno del 1231. Era figlio di nobili, motivo per cui a 17 anni andò a studiare Scienze umane e teologiche a Coimbra. A 25 anni venne ordinato sacerdote e iniziò ufficialmente la sua vita religiosa. Si narra che con le sue prediche riuscì a riavvicinare alla chiesa tantissimi fedeli che si erano allontanati, tanto da ricevere i complimenti dal Papa e da San Francesco.
Chiamato anche Santo dei miracoli, Sant’Antonio da Padova viene invocato anche quando si perdono le cose. Una vecchia filastrocca recita: “Sant’Antonio dalla barba bianca, fammi trovare quello che mi manca“. E’ considerato il protettore di: animali, bambini, affamati, donne incinte, fidanzati, marinai, matrimoni, nativi americani, oggetti smarriti, oppressi, pescatori, poveri, sterilità e viaggiatori.
Tanti i miracoli compiuti dal Santo durante la sua vita. Uno di questi lo vede discutere con un uomo che non credeva nella presenza di Cristo nell’ostia consacrata. Antonio per dimostrare la sua tesi gli fa una proposta: chiudere la sua mula per alcuni giorni nella stalla, senza darle da mangiare. Trascorso questo tempo, l’uomo avrebbe dovuto portare la mula in piazza, al cospetto della gente, e metterle davanti il cibo da una parte e l’ostia dall’altra. Se l’animale si fosse inginocchiato davanti all’ostia, preferendola al cibo, l’uomo si sarebbe convertito. Quando il giorno tanto atteso arrivò, Antonio si rivolse alla mula e dichiarò: “In virtù e in nome del Creatore, che io, per quanto ne sia indegno, tengo veramente tra le mani, ti dico, o animale, e ti ordino di avvicinarti prontamente con umiltà e di prestargli la dovuta venerazione“. Finite queste parole, l’animale si inginocchiò davanti all’ostia.
Sant’Antonio da Padova: le celebrazioni con gli animali
In molte città d’Italia, il 13 giugno di ogni anno si ricorda Sant’Antonio da Padova con una celebrazione che coinvolge gli animali. Cani, gatti, polli, cavalli e qualsiasi altro amico peloso è bene accolto per ricevere la sua benedizione. Questa tradizionale festività è legata anche alle vita contadina di un tempo, quando gli animali significano sopravvivenza e benessere economico.