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Rooming-in, è sicuro? Cos’è e come funziona questa pratica per le neo mamme
Rooming-in, una pratica che permette a mamma e neonato di stare insieme 24 ore al giorno in ospedale: cerchiamo di capirne i benefici e i rischi.
Il rooming-in è una pratica in cui la madre e il neonato condividono la stessa stanza nei primi giorni dopo il parto, rimanendo quindi insieme 24 ore su 24. Questa forma di assistenza è stata introdotta negli ospedali negli anni ’70 ed è ancora oggi molto diffusa come modo per promuovere l’allattamento al seno e migliorare la relazione tra madre e figlio.
Questa pratica presenta molti benefici per entrambi, ma ci sono anche alcuni casi in cui possono esserci più rischi che altro. Cerchiamo di capire bene cos’è, come funziona e perchè non bisogna imporla a tutte le madri indistintamente.
Rooming-in, cos’è e benefici
Come abbiamo detto, con il termine rooming-in si intende la pratica per cui, subito dopo il parto, il neonato rimane nella stessa stanza della mamma 24 ore al giorno. Ci sono molti benefici per la madre e il bambino con questa forma di assistenza. Per la madre, può aiutare a promuovere l’allattamento al seno, poiché è in grado di rispondere immediatamente alle richieste del neonato di nutrirsi. Inoltre, in questo modo la mamma è in grado di monitorare la salute e il benessere del bambini, avendolo sempre sotto controllo.
Molte madri infatti non riescono a stare tranquille se non hanno il bambino perennemente tra le braccia o comunque sotto sorveglianza. Inoltre, grazie a questa pratica la mamma può sviluppare una maggiore fiducia nella propria capacità di prendersi cura del proprio figlio e il neonato potrà sviluppare i suoi orari di sonno e veglia senza dover sottostare a quelli dell’ospedale.
Anche per il neonato i benefici sono molteplici: il rooming-in può aiutare a promuovere una maggiore stabilità emotiva e migliorare lo sviluppo del sistema immunitario. Inoltre, essendo sempre vicino alla madre, può sentirsi più sicuro e protetto. È comunque importante ricordare di non dormire mai con il bambino (co-sleeping) essendo una delle pratiche più pericolose per il neonato. Nel rooming-in il neonato sta nel letto con la madre solamente durante l’allattamento, per poi essere spostato in un lettino a parte.
In sintesi, nella maggior parte dei casi questa pratica promuove e migliora fin da subito il rapporto tra la neomamma e il suo neonato, ma non è sempre così.
I possibili rischi del rooming-in
Nonostante i benefici, esistono alcuni rischi che possono derivare dal rooming-in. Sopratutto per le madri che hanno subito un parto difficile o che hanno bisogno di tanto riposo per recuperare, può essere controproducente avere il bambino nella stessa stanza tutto il giorno. Questo infatti preclude in tutti i modi un giusto riposo per recuperare energie sia fisiche che mentali, e questo potrebbe peggiorare il rapporto con il neonato.
Questo ha come conseguenza diretta che alcune madri potrebbero sentirsi stressate o sovraccariche dalla responsabilità di prendersi cura del bambino 24 ore su 24. Per questo motivo il rooming-in non è assolutamente obbligatorio, anzi, rimane sempre una scelta autonoma della madre se praticarlo o no.
In generale, il rooming-in è una pratica sicura e benefica per la maggior parte delle madri e dei bambini. Tuttavia, è importante che le madri siano informate dei potenziali rischi e che siano supportate adeguatamente dalle infermiere e dal personale sanitario, in modo che possano prendere una decisione informata su se praticare o meno il rooming-in.