Gravidanza
Cos’è il parto indotto con prostaglandine? Ecco come funziona
Che cos’è il parto indotto con prostaglandine? Vediamo cosa c’è da sapere su questo metodo per dare inizio al travaglio.
Avete mai sentito parlare del parto indotto con prostaglandine? Si tratta di uno dei metodi di induzione al travaglio, che non provoca problemi né alla gestante e né tantomeno al nascituro. Vediamo cos’è e come funziona.
Cos’è il parto indotto con prostaglandine?
Il parto indotto con prostaglandine è uno dei metodi più usati per stimolare l’inizio del travaglio. E’ bene sottolineare che la prostaglandine è un ormone che viene prodotto naturalmente dal corpo della donna nel momento del travaglio. In alcuni casi, però, può accadere che la gestante abbia bisogno di un piccolo aiutino per velocizzare la nascita del neonato. Non si tratta di una pratica invasiva. Il medico introduce una piccola quantità di gel o una garza a base dell’ormone in oggetto in vagina, in modo da ammorbidire il collo dell’utero e stimolare l’inizio del parto.
Generalmente, i medici optano per l’induzione al parto tra la 41esima e la 42esima settimana di gestazione, quando si verificano alcune condizioni potenzialmente rischiose. Se, ad esempio, le acque si sono rotte da oltre 24 ore e il travaglio non è iniziato in modo spontaneo è necessario intervenire il prima possibile per il bene della madre e del bambino.
Parto indotto con prostaglandine e travaglio naturale: le differenze
Rispetto al travaglio naturale, il parto indotto con prostaglandine può risultare più doloroso. Il motivo è molto semplice: con l’induzione le contrazioni arrivano all’improvviso e sono subito molto forti e intense. Quando il travaglio avviene spontaneo, invece, le contrazioni sono progressive. In ogni modo, ricordate che la respirazione, il movimento, i massaggi e l’immersione in acqua o la doccia sono molto utili per controllare il dolore. Le gestanti possono anche richiedere un aiuto farmacologico, ovvero l’analgesia epidurale.
E’ bene sottolineare che il parto può essere indotto anche con l’ossitocina. Anche questo è un ormone naturalmente prodotto dall’organismo durante il travaglio. In questo caso, però, viene somministrato alla gestante tramite una flebo. L’alternativa è il palloncino, singolo o doppio. In vagina viene inserito un tubicino che si riempie con una soluzione salina. In questo modo si formano uno o due palloncini che vanno ad esercitare una pressione sul collo dell’utero.