Cronaca
Tolgono la figlia ad una mamma badante precaria perché non vuole lavorare
Una mamma 38enne di origine rumena si è vista sottrarre la sua bambina dal giudice minorile per il suo “stile di vita parassitario”
Il giudice minorile del Tribunale di Genova ha sottratto la figlia ad una mamma, di professione badante precaria e in nero, perché secondo i servizi sociali territoriali il suo stile di vita “parassitario“, volto esclusivamente all’ottenimento dei sussidi statali, sarebbe incompatibile con l’accudimento “sano” nei confronti della sua bambina.
Quest’ultima è stata perciò prelevata in mattinata dall’asilo di Rapallo che frequentava regolarmente, con grande stupore da parte delle maestre, che invece avevano sempre giudicato la mamma della piccola una persona “per bene“. Incredibile il caso di cronaca che è stato raccontato in un articolo apparso sul quotidiano di Genova Il Secondo XIX.
Secondo quanto riportato dalle fonti, il giudice avrebbe preso una decisione così drastica e certamente drammatica per mamma (una ragazza madre di origine rumena) e bimba (che ha 4 anni), per il suo stile di vita definito:
Instabile, precario, alieno all’assunzione di fattivi impegni e parassitario rispetto ai sostegni ottenuti
Si legge nell’ordinanza, che prosegue affermando che con le sue scelte di vita irregolari la madre espone concretamente figlia a:
Condizioni di indigenza e emarginazione che ne mettono a rischio la salute psicofisica e le prospettive evolutive
Qual è l’accusa mossa alla donna? riportiamo ancora l’ordinanza del Tribunale dei Minori di Genova:
Ha dimostrato in questi anni un livello di grave inadeguatezza e irresponsabilità genitoriale, non mettendosi in grado di provvedere autonomamente al mantenimento e alla cura della figlia nonostante i molti e cospicui sostegni offerti
Secondo i servizi sociali questa madre “snaturata” avrebbe strumentalizzato la bimba per ottenere aiuti economici e sussidi, e avrebbe assunto un atteggiamento furbesco, fingendo prima di accettare progetti di inserimento professionale studiati sulle sue esigenze, salvo poi tirarsi indietro all’ultimo momento adducendo varie scuse.
Tuttavia, le maestre dell’asilo sono rimaste interdette (è dir poco), per il sequestro della bambina in pieno orario scolastico, dal momento che a loro era sempre apparsa ben curata e ben accudita. Insomma, chi ha ragione? La donna ora chiede a gran voce di riavere la sua bambina, ma è difficile che questo accada in tempi brevi. Noi ci domandiamo, anche fosse vero che questa mamma sia una sorta di parassita della società, è davvero la cosa migliore per la sua bimba che le venga allontanata del tutto in modo così improvviso e traumatico?