Gravidanza
Aids e gravidanza: il virus dell’HIV come si trasmette dalla mamma al bambino
Il 1° dicembre si celebra la Giornata mondiale contro l’AIDS, una malattia che si trasmette anche da madre a feto. Vediamo come
In occasione della Giornata mondiale contro l’AIDS del 1° dicembre, ci occupiamo di un risvolto delicatissimo associato alla diffusione di questa malattia contagiosa, la trasmissione materno-fetale in gravidanza.
Cominciamo, però, con una buona, anzi ottima notizia che ci arriva dall’ultimo rapporto Unicef sull’Aids e la prima infanzia relativo al 2013, secondo cui ben 850mila bambini sono stati protetti dall’infezione, causata, come sappiamo, dal virus HIV, ne Paesi a medio e basso reddito.
Oggi, anche se una donna incinta è sieropositiva non significa che il suo bambino debba avere lo stesso destino e che lei non possa condurre una vita sana
Afferma Anthony Lake, direttore generale dell’Unicef. Sono, però, ancora troppe le donne sieropositive non trattate adeguatamente e che quindi rischiano di trasmettere il virus ai loro bambini. Come avviene questo contagio da madre a figlio, e come possiamo evitarlo? Intanto, bisogna premettere che questa trasmissione non è inevitabile in generale, e che può verificarsi in diversi momenti. Ad esempio, circa il 25-30% dei casi di contagio si verifica durante la gravidanza, ma altri momenti cruciali sono il parto (naturale) e l’allattamento.
Si stima che circa il 90% dei neonati e dei bambini con contagio da HIV abbiano preso l’infezione dalla propria madre. Eppure questo passaggio si può interrompere, come accade normalmente in Europa o negli USA, somministrando un’adeguata terapia retrovirale alla madre ed evitando l’allattamento al seno. Quest’ultimo, naturalmente, è sconsigliato solo in caso di sieropositività materna, altrimenti è invece il miglior nutrimento per il neonato. Per quanto riguarda le modalità del parto, anche queste, come abbiamo visto, possono incidere sulle probabilità di trasmettere il virus da madre a figlio.
Per questo attualmente i medici preferiscono far nascere i bambini di madri sieropositive con il cesareo, che ridurrebbe i rischi. Questi avvengono ulteriormente abbattuti grazie alla precedente profilassi retrovirale materna, tanto che in Europa e in Usa solo il 5% dei bimbi di mamme con HIV viene infettato a sua volta. Una percentuale che purtroppo sale a circa il 25-35% dei Paese dell’Africa Sub-sahariana che ha il triste primato della diffusione della malattia.
C’è un’altra ottima notizia da segnalare a proposito di HIV e bambini: un vaccino testato in Italia presso l’ospedale pediatrico Bambin Gesù sembra aver dato buoni risultati. Insomma, c’è il tanto di guardare con speranza ad un futuro, speriamo vicino, libero dall’AIDS.