Cronaca
Mamme da legare: Puerpuere alla ricerca del tempo libero perduto
Quando ci venne l’idea di fare un figlio, io e il mio compagno iniziammo il training autogeno: prima di 18 anni non avremo più un attimo di tregua.
Lunedì, domenica, Pasqua e Natale ci alzeremo sempre alla stessa ora (presto), non faremo più riposini pomeridiani, addio letture e, riguardo alla sottoscritta, farsi un manicure o le sopracciglia sarebbe stato un avvenimento. Bene. Avevo esagerato.
Sia ben chiaro: se vi state facendo la ceretta e vostro figlio si sveglia c’è poco da fare, rimarrete con una gamba depilata e l’altra no. Ma, tutto sommato, il tempo per una doccia e per non distruggere la vostra vita sociale si trova. Tutto cambia, i ritmi non li decidete voi e, soprattutto, non riuscirete ad abituarvi a degli orari fissi che vostro figlio li modificherà. Allattando artificialmente, il tempo a mia disposizione da una parte è aumentato, perché una poppata media di una quarantina di minuti diventa di dieci. Ma, generalmente, in quella mezz’ora guadagnata devo divertire e distrarre la bimba.
Mia figlia di giorno ha sempre dormito pochissimo. In compenso, di notte fa delle meravigliose tirate di sonno che hanno permesso a me e al padre di non impazzire. L’allattamento artificiale, sia pur con tutti i problemi che comporta per chi non lo ha scelto ma lo ha dovuto “subire” , ha dei risvolti positivi: coinvolge maggiormente il papà, dando tregua alla mamma (e detto fra di noi: l’allattamento è una cosa così intima e privata che nessuno dovrebbe mettere bocca nelle vostre scelte. Se, pur avendone la possibilità, decidete di non farlo, sono solo affari vostri). E, così, quei dieci minuti che ho potuto rubare ogni tanto mi hanno regalato l’illusione di poter fare qualcosa. Generalmente, questo qualcosa è dormire o pulire casa, ma a volte addirittura riesco a leggere un giornale o a perdere tempo ciondolando per casa.
Il “ciondolare” diventa un lusso, per una madre: più che il citato manicure, è il quarto d’ora assolutamente buttato che mi dà buonumore. La cosa positiva, però, è che la natura pensa a tutto: nei primissimi tempi, il bambino ha poche esigenze che aumentano in modo graduale, dando modo a voi di non avere un impatto tragico. Quando poi il bambino richiederà tutte le vostre attenzioni e il vostro tempo, ne sarete già diventate completamente dipendenti, schiave consenzienti e felici. E una montagna di panni da lavare vi darà meno ansia di quando avevate partorito da poco. Il disordine comincerà a regnare sovrano, la piega dei vostri capelli sarà discutibile, e quel libro che dovevate assolutamente leggere si riempirà di polvere. Ma un po’ alla volta anche le manie ossessivo-compulsive per l’ordine si smorzeranno. Solo la sera, ogni tanto, con la testa sul cuscino, penserete: “Quanto manca alla licenza di scuola superiore? Diciassette anni e mezzo. Devo tener duro solo diciassette anni e mezzo”.
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