Cronaca
Bambino tolto ai genitori perchè nato grazie a utero in affitto
Una coppia di genitori ha speso 30 mila euro per avere un figlio utilizzando l’utero in affitto. Si sono dovuti recare in Ucraina, perché la trafila è proibita dalla legge italiana.
Disposti a tutto per avere un bambino, anche andare contro la legge italiana. Una coppia ha scelto di recarsi in Ucraina, affittare un utero per 30 mila euro e realizzare il sogno di diventare genitori. Peccato, che non tutto è andato come sperato. Rientrati in Italia, infatti, non solo si sono trovati coinvolti in un processo, ma i giudici hanno tolto il piccolo a mamma e papà.
Non è purtroppo il primo caso simile a questo. In questo momento oltre al Tribunale di Cremona, anche quello di Brescia e di Trieste sono al lavoro per risolvere situazioni simili. Come si arriva a una scelta così drastica? La coppia protagonista di questa storia, dopo aver cercato di aver un bimbo attraverso fecondazione, ha scelto l’utero in affitto: in Ucraina il seme del papà è stato usato per fecondare l’ovulo di una donatrice che ha portato a termine la gravidanza. Al parto, il piccolino è stato registrato come figlio della coppia di Crema. Tutto regolare? Apparentemente sì, se non fosse che in Italia è proibita la fecondazione eterologa.
Sono sempre più numerose le coppie che decidono di andare all’estero per tentare questa strada (con o senza utero in affitto) per avere qualche chance in più: solo nel 2011 si contano 4.000 famiglie. A farne le spese sono sempre i bambini, che in molti casi vengono strappati ai genitori in nome della legge. Sono traumi che si portano dentro per la vita. Ricordate Leonardo? Il bimbo di Cittadella (Padova) che è stato prelevato davanti a scuola dagli agenti perché protagonista di una spiacevole contesa tra i genitori in fase di separazione?
Tremenda anche la storia Anna Giulia Camparini, tolta ai genitori nel 2007, perché in casa erano stati trovati degli stupefacenti, e affidata a un istituto. Nel 2010, durante un incontro protetto, i genitori riuscirono a portare via la bambina. Furono poi rintracciati e ora sono sotto processo. Non è tutto, pochi mesi dopo, rapirono nuovamente la bambina e la portarono in Svizzera. Sono stati condannati in primo grado. La bimba è stata dichiarata adottabile.
Via | Corriere
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