Cronaca
Mamme da legare: Bagnetto a casa, bagnetto al mare
Molte persone mi avevano detto che il bagnetto serale rilassa i bambini. Molte persone non conoscono mia figlia.
La bimba ha fatto il primo bagnetto abbastanza tardi, perché il moncone del cordone ombelicale non cadeva. Solo la tintura madre di calendula consigliatami dalla pediatra sembrò accelerare il processo di mummificazione. “Mummificazione”… Questa parola dice già tutto: la prima volta che vidi il moncone pensai: “no, non ce la posso fare. È disgustoso”. Il suscettibile cordone, per tutta risposta, ha cercato di tenermi compagnia il più a lungo possibile, nonostante seguissi tutte le indicazioni degli infermieri del nido e dei pediatri.
Comunque, un bel giorno, quella cosa orrenda si staccò, e subito preparammo il bagnetto (anche perché era davvero ora che la piccola si facesse un bagno completo!). Timorosi, la mettemmo nella vaschetta. Un lupo di mare, una nuotatrice, una capionessa pronta ad attraversare la Manica. Completamente sveglia, mia figlia si preparava alla riscoperta dell’elemento liquido aspettando 24 ore per poter ripetere l’esperienza, continuando a sgambettare anche parecchio tempo dopo esserne uscita. Ha sempre continuato con lo stesso entusiasmo, aumentando come tutti i bambini gli schizzi con il progredire della mobilità del suo corpicino sempre più forte e consapevole. E, proporzionalmente, aumenta anche la sua eccitazione dopo, tanto che ho cominciato ad anticipare sempre di più il momento del bagnetto. Niente, il movimento non la stanca, sembra risvegliarla sempre di più. Temperatura, luci diffuse, musica, niente sembra calmarla.
A mare, invece, l’atteso effetto “quiete dopo la tempesta” sembrava finalmente essere arrivato: entrava in acqua col papà, bagnandosi i piedini, con l’aria di Nelson che scruta il mare all’orizzonte. Poi entrava nella vaschetta messa al sole a riscaldarsi, e manteneva quell’aplomb britannico da ammiraglio prima di una battaglia, prima di addormentarsi sotto l’ombrellone, sfinita da non si sa cosa, visto che non si muoveva quasi. Ma era tutto inutile: arrivati a casa, la lavavamo per toglierle il sale, e tutte le forze risparmiate tornavano in forze, a tenerla su per tutto il pomeriggio, mentre noi adulti imploravamo per un po’ di tregua.
Oramai il bagnetto glielo faccio spesso la mattina, appena sveglia, prima del latte coi biscotti. Resta la pulizia del viso dopo la pappa, spalmata ovunque come una maschera di bellezza: entriamo in bagno e lei inizia a ridere e a sgambettare, sperando in un bagnetto extra: no, amore mio. Uno al giorno basta, la mamma ha un’età.
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