Crescita
Lo sviluppo del bambino, la psicologia ci spiega le tappe principali
Lo sviluppo del bambino, le fasi principali, secondo la psicologia.
Il bambino dal momento in cui va in braccio alla mamma, appena uscito dal pancione, ha un mondo di cose da imparare ed esperienze da acquisire in un graduale sviluppo che lo trasformeranno in adulto consapevole. Lo sviluppo del bambino è costituito da alcune tappe principali indicate dalla psicologia dell’età evolutiva come prima infanzia (da 0 a 2 anni), seconda infanzia (da 2 a 6 anni), fanciullezza (da 6 a 10 anni), preadolescenza (da 10 a 13 anni) e adolescenza (dai 13 anni in poi).
Il tragitto è lungo e tortuoso ma l’amore e la guida dei genitori faranno miracoli. In fondo, quando si mette al mondo un piccolo ci si carica di tante responsabilità, ma i risultati possono essere di grande soddisfazione.
Nel periodo dell’età evolutiva, dalla nascita alla adolescenza, il bambino si evolve a livello psichico e in relazione all’ambiente – sviluppo funzioni cognitive, sviluppo sociale, relazionale, affettivo. Questo percorso condurrà il bambino, dall’iniziale e totale dipendenza dalle cure genitoriali per il proprio sopravvivere, al giovane adulto individuato affettivamente, con la propria personalità e con uno status autonomo.
Lo sviluppo del bambino dipende dall’interazione tra patrimonio genetico ed ambiente. Questo significa che se l’ambiente in cui cresce e le persone che lo accudiscono riusciranno a dargli sostegno e gli daranno delle opportunità per fare esperienze, potrà esprimere tutte le sue potenzialità.
Le figure adulte di riferimento (caregivers), in modo preponderante i genitori, hanno in questi un riuolo fondamentale tle centrale attraverso le loro capacità di rispondere adeguatamente alle molteplici esigenze di sviluppo del figlio, sia fisiche, sia psicologiche. E’ un continuo processo di adattamento reciproco, degli adulti al bambino e viceversa, quello richiesto dalla crescita, in un ripetersi continuo di rimandi reciproci.
Durante la crescita ci sono degli intoppi e delle piccole crisi che indicano il passaggio alla tappa o fase successiva, ma i familiari e le persone di riferimento possono fare molto per aiutare a superare le difficoltà e ritrovare l’equilibrio.
L’età evolutiva porta inoltre con sé inevitabili crisi e conflitti in relazione ai diversi periodi dello sviluppo del bambino, durante le quali esso dovrebbe ricevere dall’ambiente e dai caregivers le provvidenze necessarie per fronteggiarle e superarle in modo adeguato. Questo richiede ai genitori e alla famiglia in toto uno sforzo di adattamento continuo nell’assolvere compiti evolutivi sempre nuovi e nel continuo riaggiustamento di equilibri funzionali alla sopravvivenza della famiglia stessa.