Gravidanza
Gravidanza e omocisteina alta o bassa: i rischi e le cure più efficaci
In gravidanza ci sono sempre tantissimi esami da fare e valori da monitorare. Tra questi, uno è quello dell’omocisteina, che le mamme in attesa conoscono bene ma che risulta sconosciuto ai più.
L’omocisteina è un aminoacido, che si sviluppa seguendo un’alimentazione corretta. Normalmente l’aumento di questo valore nel sangue viene ricondotto a un fattore di rischio cardiovascolare. In gravidanza, come sapete, ci sono tanti elementi da tenere in considerazione. I livelli considerati normali devono essere compresi tra 5 e i 15 mmol/l (micromoli per litro), mentre durante la gestazione non devono superare i 12, 8 mmol/l.
Si parla quindi di omocisteina alta quando si supera la soglia appena indicata. È pericolosa? La risposta è sì, perché a questo aminoacido sono spesso imputati casi di malformazioni fetali, gestosi, ritardi della crescita, distacco della placenta, aborti ripetuti ecc. Ecco quindi che diventa fondamentale controllare sempre i valori nelle donne. È un indicatore positivo, invece, quando la percentuale è molto bassa.
Quello che non abbiamo ancora detto è che alcune vitamine del gruppo b, come l’acido folico, la b12 o la b6, sono in gradi di influenzare la concentrazione plasmatica partecipando come cofattori nelle principali vie metaboliche che portano all’allontanamento di questo amminoacido dal nostro organismo. Che cosa ne consegue? Un adeguato apporto vitaminico può determinare una diminuzione dei livelli di omocisteina e curare anche i casi di iperomocisteinemia, soprattutto se è causata da una carenza alimentare. Ci sono tantissimi e validi integratori, soprattutto a base di acido folico, da prendere prima del concepimento e fino al terzo mese di gestazione per stare tranquilli, evitando così la spina bifida e i difetti del tubo neurale.
Via | Homocompany
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