Cronaca
Festa dei nonni: le poesie più belle
Il 2 ottobre si festeggiano i nonni. Una buona occasione per dedicare loro le poesie più belle che siano mai state scritte per una figura famigliare così importante.
Per la Festa dei nonni non c’è regalo più bello che un dolce pensiero dedicato a loro. Oltre a trascorrere un po’ di tempo con loro, anche se siamo grandi (piccola accortezza che dovremmo avere ogni giorno), possiamo realizzare dei bellissimi bigliettini di auguri dove scrivere parole ricche di amore e affetto.
In questo senso, le poesie per i nonni più belle, scritte da autori più o meno famosi, possono venire in nostro soccorso per bigliettini di auguri pieni di significato con parole che esaltino l’importanza nella vita di ogni bambino e di ogni persona adulta di questa figura famigliare, senza la quale tutto sarebbe più grigio. Per la Festa dei nonni non c’è regalo migliore!
Ecco, allora, le poesie per la Festa dei nonni più belle!
La nonna di Giovanni Pascoli
Era tutti quei riccioli al vento,
tra tutti quei biondi corimbi,
sembrava, quel capo d’argento,
dicesse col tremito, bimbi,
sì… piccoli, sì…
E i bimbi cercavano in festa,
talora, con grido giulivo,
le tremule mani e la testa
che avevano solo di vivo
quel povero sì.
Sì, solo; sì, sempre, dal canto
del fuoco, dall’umile trono;
sì, per ogni scoppio di pianto,
per ogni preghiera: perdono,
sì… voglio, sì… sì!
Sì, pure al lettino del bimbo
malato… La Morte guardava,
La Morte presente in un nimbo…
La tremula testa dell’ava
diceva sì! sì!
Sì, sempre; sì, solo; le notti
lunghissime, altissime! Nera
moveva, ai lamenti interrotti,
la Morte da un angolo… C’era
quel tremulo sì,
quel sì, presso il letto… E sì, prese
la nonna, la prese, lasciandole
vivere il bimbo. Si tese
quel capo in un brivido blando,
nell’ultimo sì.
Poesia alla nonna di Giacomo Leopardi
Di fiori un serto vivido, che Apollo a noi presenti
In Elicona è solito destar vaghi concenti.E quei Poeti miseri che non san fare un corno
Fiori a raccor divertonsi per tutto il santo giorno.
A questo io stesso m’occupo, che sono un di costoro,
E stanco poi distendomi sotto un opaco alloro.
Or dunque il frutto nobile della fatica mia
Umil presento, e inchinomi a Vostra Signoria.
Spero che in volto placido accetterete il dono
E dell’ardir, che presimi darete a me perdono.
Prendetelo di grazia , e quindi se mai fia,
Che in un vasetto pongasi, o in quello che si sia,
Quell’acqua sì odorifera, quell’acqua istessa,
Al Precettor buonissima per celebrar la Messa.
Se dopo tante prediche che far non ne sapete
Nel cacator buttatelo, o dove mai volete.
Basta, che di riceverlo non disdegnate almeno,
Del resto cosa importami? Sarò contento appieno.
Io e il nonno di Giovanni Pascoli
lo e il nonno parliamo.
Il nonno canta io danzo.
Il nonno insegna io imparo.
Il nonno muore
io piango.
Aspetto pazientemente di vedere il nonno nel mondo dell’oscurità.
L’attesa paziente è resa gravosa dalla solitudine.
Io piango e piango e piango.
Quando lo vedrò?
Foto | da Flickr di dotbenjamin
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Per la Festa dei nonni le poesie più belle per loro
A cura di Paola Perria, 23 settembre 2013.
La Festa dei nonni si avvicina! Il 2 ottobre, Festa degli angeli custodi, è la giornata dedicata interamente a queste figure così care a tutti noi, i vice-genitori, le persone che dopo mamma e papà sono deputate alla cura dei nipoti, si occupano della loro salute e della loro educazione.
Dal momento che spesso e volentieri, anche per risparmiare, le coppie con figli hanno bisogno dell’aiuto dei nonni per badare ai bimbi durante la loro assenza, in qualità di baby-sitter d’elezione e di latori di piccoli regali, di squisite crostate fatte e in casa, di consigli non richiesti, di coccole e di somme di denaro per “le emergenze”, direi che si meritano proprio un bel regalo per la loro Festa.
E cosa c’è di più adatto a celebrarli, ed emozionarli, di una bella poesia letta o recitata con il cuore? Sono tante le rime e i versi dedicati alle figure dei nonni, da mandare a mente (un piccolo sforzo che sicuramente vale la pena di fare e che aiuta ad esercitare la memoria) o da trascrivere in bella copia su carta con una dedica affettuosa. Ecco come i poeti hanno voluto rappresentare i nonni attraverso il filtro “magico” delle parole in rima.
C’è un nonno
C’è un nonno in disparte
che gioca alle carte,
le gioca da solo:
nessuno lo vuole.
C’è un nonno in giardino
che beve del vino,
lo beve da solo:
nessuno Io vuole.
C’è un nonno per strada
non so dove vada,
cammina da solo:
nessuno lo vuole.
C’è un nonno che dorme
speriamo che in sogno
qualcuno ci sia in sua compagnia.
(Roberto Piumini)
La nonna
La nonna è come un albero d’argento
che la neve ripara e muove il vento.
Dice «no» con la testa, e «sì» col cuore.
sta presso il fuoco e prega a tutte l’ore.
Quando la mamma sgrida, lei perdona..
Chi sa perchè la nonna è così buona!
(Luisa Nason)
Il vecchio e il bambino
Un vecchio e un bambino si presero per mano
e andarono insieme incontro alla sera,
la polvere rossa si alzava lontano
e il sole brillava di luce non vera;
l’immensa pianura sembrava arrivare
fin dove l’occhio di un uomo poteva guardare
e tutto d’intorno non c’era nessuno,
solo il tetro contorno di torri di fumo.
I due camminavano, il giorno cadeva,
il vecchio parlava e piano piangeva
con l’anima assente, con gli occhi bagnati
seguiva il ricordo di miti passati;
i vecchi subiscono l’ingiuria degli anni,
non sanno distinguere il vero dai sogni,
i vecchi non sanno nel loro pensiero
distinguere nei sogni il falso dal vero.
E il vecchio diceva, guardando lontano,
“Immagina questo coperto di grano,
immagina i frutti, immagina i fiori,
e pensa alle voci e pensa ai colori,
e in questa pianura, fin dove si perde,
crescevano gli alberi e tutto era verde,
cadeva la pioggia, segnavano i soli,
il ritmo dell’uomo e delle stagioni”.
Il bimbo ristette, lo sguardo era triste
e gli occhi guardavano cose mai viste,
e poi disse al vecchio, con voce sognante
“Mi piacciono le fiabe, raccontane altre”
(Francesco Guccini)
Foto| via Pinterest