Gravidanza
Le cause della gravidanza interrotta e i test da fare
L’aborto spontaneo in gravidanza: quali sono le cause? Qual è l’iter di esami da fare dopo una gravidanza interrotta? Quanto tempo deve passare prima di un’eventuale futura gestazione? Cerchiamo di rispondere alle domande più frequenti sulla gravidanza interrotta.
Per gravidanza interrotta naturalmente, meglio conosciuta con il termine di aborto spontaneo, si intende una gestazione che per ragioni spesso fisiologiche si interrompe prima della ventiquattresima settimana di attesa. Quali sono le più frequenti cause di aborto naturale? Che test si devono fare dopo una gravidanza interrotta? Quanto bisogna aspettare per provare a rimanere nuovamente incinta?
Queste sono solo alcune delle domande più frequenti che la donna si pone dopo aver sofferto di una gravidanza interrotta bruscamente. Le cause dell’aborto spontaneo possono essere molte, e di diversa natura, spesso non diagnosticate dal team ostetrico e raggruppate sotto il comune e vago termine di cause naturali.
Questo perchè è difficilmente individuabile anche dagli esperti una causa precisa e ben identificabile. Tra le cause più frequenti rientrano difetti cromosomici, o gravi problemi genetici, difetti dell’ovulo, ormoni in bassa quantità e non sufficienti a supportare una gravidanza, tutte ragioni fisiologiche che non rendono possibile il naturale sviluppo del feto e l’avanzare della gestazione.
Altre cause di una gravidanza interrotta precocemente possono essere alcune patologie o disturbi sia cronici che passeggeri nella donna, come ad esempio, le gravi carenze dietetiche, i processi infiammatori dell’endometrio, le infezioni delle tube e i fibromi dell’utero, le nefriti, le cardiopatie e le malattie del metabolismo, tra le tante possibili.
Quali sono i test da fare dopo una gravidanza interrotta? In teoria, se l’aborto spontaneo è stato uno solo, i test da fare sono semplicemente le normali analisi dopo l’intervento di raschiamento (se c’è stato) e la visita ginecologica per eliminare la possibilità che si siano manifestate eventuali complicazioni. Ricordate che dopo un aborto spontaneo, si può restare incinta (aspettando di norma solo qualche mese) e partorire naturalmente senza alcun problema. Se avete sofferto invece di più di un aborto spontaneo, e se volete togliere tutte le possibili cause fisiche o genetiche potete effettuare i seguenti esami clinici:
Analisi del sangue: serviranno a valutare disturbi ormonali o del sistema immunitario
Test cromosomico di coppia: per verificare se esistono incompatibilità o problemi cromosomici di base
Biopsia del tessuto dell’aborto spontaneo: se il tessuto è disponibile, un’analisi di questo tipo potrà spiegare la causa precisa dell’aborto.
Ecografia addominale e/o transvaginale: per escludere o scoprire problemi all’utero
Isteroscopia, isterosalpingografia e sonosalpingografia: leggermente più invasivi, questi test servono ad individuare anomalie interne alla cavità uterina. Il primo prevede l’inserimento di uno strumento, l’isteroscopio (microscopio dotato di luce) all’interno dell’utero attraverso la cervice e si avvale di una soluzione salina per valutare le pareti interne dell’utero e le tube di Falloppio.
Via | MedicinaLive