Gravidanza
Mamme da legare: Se ad aspettare un bimbo è una gattara senza anticorpi per la toxoplasmosi
Chi segue petsblog.it, saprà che l’argomento “gatti e gravidanza” è stato affrontato moltissime volte.
Da che ho memoria, le donne della mia famiglia sono state gattare: non nel senso di amanti dei gatti, ma nel senso proprio di chi segue, cura e nutre una colonia felina. Molti anni fa affrontai l’argomento toxo col mio veterninario, che mi liquidò con un “se gli anticorpi non li hai tu, che vai in giro a raccogliere gatti…”. E così, quando l’idea di avere un bimbo prese piede, andai a fare il test con l’aria di chi espleta una pura formalità.
Invece, sul foglio dell’esito, la scritta era inequivocabile: negativo. Ma come, negativo? Ho giocato da bambina con la terra di giardini pieni di gatti, ho dormito con gatti malaticci sul cuscino, ho cambiato lettiere e pulito vasi di fiori- uso toilettes per anni, e questa è la ricompensa?
Devo dire che non mi sono persa d’animo: liberarsi dei gatti era inconcepibile, criminale e disumano. Le fusa sulla pancia fatte da un gatto, poi, avevano per me e per la bimba un effetto calmante immediato! La soluzione era una sola: prendere quelle precauzioni che, fino a quel momento, non avevo mai preso. Il fatto di non avere attualmente gatti in casa mi ha da una parte facilitato, e dall’altra complicato il compito: se non avevo lettiere da pulire, era anche vero che, i gatti liberi, hanno maggiori probabilità di contrarre il toxoplasma, poiché non mangiano solo cibi appositi e cotti ma cacciano anche piccole prede, spesso infette.
I guanti monouso sono diventati accessorio indispensabile per pulire le cucce o manipolare gli animali in caso di medicine da somministrare e via dicendo. Non ho più riempito di baci il primo gatto che passava perché, specie i più piccoli, che ancora non sanno pulirsi bene, possono avere tracce di feci sul manto. Tutto sommato, la mia attività di gattara ha risentito poco della gravidanza. A risentirne maggiormente, infatti, è stata la mia passione per insaccati (banditi) e verdure crude (tirate a lucido. Lavarle mi portava via più tempo della preparazione delle lasagne).
Quello che vi consiglio è di non dare retta a dicerie e medici improvvisati: ginecologi, medici di famiglia e veterinari sapranno darvi ottimi consigli, e vi renderete conto che contrarre la zoonosi da un gatto, soprattutto se vive in casa, è davvero difficile. Dovreste essere o sfortunatissime, e un po’ di fatalismo ci vuole, o sporchissime, ma credo che nessuno si lecchi le dita dopo aver pulito una lettiera. Anche perché, non dimentichiamolo, affinché il contagio avvenga dovrebbe esserci un contatto feci- bocca o dovreste prendere a morsi un gatto crudo.
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