Gravidanza
Eosinofili in gravidanza: i valori di riferimento e cosa fare se sono bassi o alti
Quali sono i valori di riferimento degli eosinofili in gravidanza? Ecco come comportarsi se sono alti o bassi.
Cosa succede nel nostro organismo se scopriamo in gravidanza di avere i valori degli eosinofili alti o, al contrario, bassi? Prima di tutto è bene capire cosa sono e cosa indicano. Vediamo cosa dicono gli esperti e come comportarsi in caso di valori sballati.
Quali sono i valori di riferimento degli eosinofili in gravidanza?
Gli eosinofili sono quei particolari globuli bianchi la cui funzione è quella di intervenire in occasione di reazioni allergiche o di infestazioni da parassiti. Pertanto, i valori alti o bassi di questo tipo di linfociti ci dicono se è presente una qualche reazione di tipo allergico o se abbiamo un’infezione.
Se i valori degli eosinofili in gravidanza non sono nella norma potrebbe esserci qualcosa in corso nel nostro organismo. Dobbiamo però tenere conto che la situazione varia a seconda dell’età, dell’ora del prelievo del sangue, dell’esercizio fisico fatto e di altri fattori ambientali. Generalmente, i valori considerati normali sono compresi tra l’1% e il 4% del numero totale di linfociti.
Valori alti o bassi: cosa fare?
Se dalle analisi del sangue fatte in gravidanza scoprite che il livello di eosinofili è più alto del valore di riferimento, probabilmente è in corso una reazione allergica con conseguente asma, febbre da fieno. Potrebbe trattarsi anche di una reazione dovuta ad un farmaco che si è preso, oppure conseguenza di infezioni parassitarie come: malaria, amebiasi, ascaridiasi e la tanto temuta toxoplasmosi.
Se, al contrario, gli eosinofili in gravidanza sono bassi, non vi preoccupate: durante i nove mesi di gestazione di solito i livelli sono un po’ inferiori alla norma. E’ opportuno, però, chiedere sempre il parere del vostro medico curante o del ginecologo che vi sta seguendo.