Cronaca
Sfratto all’associazione Peter Pan che ospita i bambini malati di cancro a Roma
Sfratto alla casa di Peter Pan di Roma, la struttura che si occupa di accogliere le famiglie e i bimbi malati di cancro da tutto il mondo.
La casa di Peter Pan è una struttura importantissima per i bambini malati di Roma. Questa associazione nasce come Peter Pan Onlus nel 1994, per mano di un gruppo appassionato di genitori con bimbi affetti da cancro. L’operato negli anni si concentra sull’assistenza e sull’accoglienza delle famiglie, genitori e bambini, soprattutto per mettere a loro agio i secondi, che si devono curare in capitale presso le strutture ospedaliere pediatriche; un aiuto indispensabile per chi non riesce a permettersi lunghi soggiorni in hotel.
Ora le porte di questo prezioso rifugio nel cuore di Trastevere, rischiano di essere chiuse per sempre dall’Irai, che altro non è che l’istituzione di Istituti raggruppati per l’infanzia e anche il proprietario dell’edificio, che ha chiesto addirittura uno sfratto a scadenza domani 10 febbraio.
Per fortuna questa decisione ha scosso coscienze ed ha fatto indignare anche il sindaco Gianni Alemanno che ha tranquillizzato le famiglie che lo sfratto non avverrà (vi aggiorneremo). Dieci giorni nel frattempo, in attesa di altre misure per salvare la casa di Peter Pan; costretta a causa della scadenza del contratto a pagare un affitto di 25000 euro al mese a partire dal 2013, rispetto ai 6000 euro del 2012. Mentre le stanze della Casa ospitano gratuitamente da dieci anni più di seicento famiglie con bimbi in cura al Bambin Gesù e all’Umberto I, con un supporto costante di volontari. Senza menzionare che questa struttura aiuta a liberare più in fretta i letti dell’ospedale e passare i bimbi con residenza lontana, in osservazione ma ormai senza bisogno di cure urgenti, alla casa di Peter Pan, e permettere ad altri piccoli più bisognosi una degenza più tempestiva.
Senza questa Onlus durante le terapie del nostro piccolo avremmo dovuto spendere tutti i nostri risparmi per stare in pensione o avremmo dovuto dormire in macchina – racconta Anna, la mamma di Nicola -. Quando i nostri figli entrano qui, non ne vogliono più uscire. Come si può far chiudere un’Associazione che offre un abbraccio del genere ai bambini malati? Chi fa questo non ha un cuore.
Commenta a ragione una mamma. E ancora sul sito ufficiale di Peter Pan Onlus il Presidente Giovanna Leo dichiara a mezzo stampa:
All’epoca l’edificio, abbandonato da oltre 10 anni, versava nel degrado più assoluto. L’Associazione l’ha ristrutturato a sue spese, anche se circa la metà della somma anticipata è stata gradualmente detratta dal canone di locazione. Il contratto di 6000 euro mensili è scaduto un anno fa e l’ente ha richiesto un suo adeguamento agli attuali canoni di mercato (da 25 a 30.000 euro al mese).
L’Associazione che, per i suoi servizi, non riceve alcun contributo istituzionale fisso, per l’anno passato – malgrado la crisi – ha continuato a pagare regolarmente il canone di 6000 euro.
Faceva parte integrante del contratto, un protocollo d’intesa tra i due contraenti, che impegnava l’Ente – vista la sostanziale identità della mission dei due contraenti – a promuovere iniziative che potessero in qualche modo compensare il canone di locazione. Questo protocollo è stato sempre disatteso.
Nella logica della sussidiarietà, l’Associazione Peter Pan Onlus chiede che venga riconosciuto l’alto valore sociale del suo servizio, svolto con amore e competenza da oltre 180 volontari e di poter usufruire gratuitamente o a un prezzo simbolico della struttura in questione.
Via | Roma Corriere