Gravidanza
L’ecografia morfologica in gravidanza: quando farla e quali sono i parametri
L’ecografia morfologica è uno dei momenti più attesi, che si fa verso il quinto mese di gravidanza, anche, ma non solo, per conoscere il sesso del nascituro.
L’ecografia morfologica, chiamata anche ecografia strutturale, è un esame obbligatorio che si fa durante la gravidanza, per monitorare il normale sviluppo del feto. Dopo la prima ecografia, che viene fatta nel primo trimestre di gravidanza, questo è il secondo appuntamento con l’ecografista e avviene tra la 19esima e la 21esima settimana. In altri paesi, invece, è l’unica o ultima ecografia fatta in gravidanza.
Questa particolare ecografia viene fatta per valutare al meglio l’anatomia fetale, per diagnosticare non solo il sesso del nascituro ma anche eventuali anomalie nella formazione del feto. Prima il feto non è ancora sviluppato bene per individuare eventuali malformazioni, mentre più avanti non potrebbe consentire ai genitori di seguire altre strade.
Di solito con questa ecografia vengono misurati il cervello (i ventricoli laterali, il cervelletto, la cisterna magna), il profilo del viso, le labbra e le lenti del cristallino oculare, la colonna vertebrale, il torace (parenchima polmonare e posizione del cuore), cuore (4 camere cardiache, arco aortico, grossi vasi, battito cardiaco fetale), diaframma, addome (controllo della chiusura della parete e studio degli organi interni), cordone ombelicale, arti superiori e inferiori (con misurazione delle ossa lunghe, dell’asse di mani e piedi, delle dita delle mani). E ancora, si controllano gli indicatori di rischio di cromosopatie, l’onda sanguigna nell’arteria uterina materna la cervice uterina.
Ovviamente l’ecografia morfologica è un utile strumento nelle mani dei ginecologi e dei futuri genitori, anche se non è infallibile al 100%: molte anomalie per caratteristice ed evolutività non sono riscontrabili, così come si potrebbero verificare problemi nell’individuazione per cause materne (come l’obesità) o fetali (posizione del piccolo). L’esame morfologico solitamente riconosce il 90 per cento delle malformazioni più importanti.
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Via | Ubaldo Passamonti