Cronaca
Primo sciopero nazionale di ostetriche e ginecologi, stop a visite e controlli in reparto
Stop a cesarei programmati e a tutte le visite e gli esami in reparto, i ginecologi e le ostetriche proclamano sciopero nazionale di categoria per il 12 di febbraio 2013.
Succede per la prima e clamorosa volta in Italia: uno sciopero nazionale di ostetriche e ginecologi, e uno stop completo per visite e controlli in reparto, si sospendono tutti i parti programmati. Lo sciopero della categoria dei reparti ospedalieri di ostetricia e ginecologia è previsto in data 12 febbraio 2013.
Si fermano per un giorno tutti gli esami e le visite di gravidanza in programma, i controlli di routine e per l’appunto i tagli cesarei in agenda anche da mesi sia in ospedali pubblici che privati. I ginecologi e le ostetriche entrano in lotta aperta contro gli ingenti tagli alla Sanità e i contenziosi medico-legali giunti in Italia al limite del decoro (se non oltre).
Il primo sciopero nazionale di ginecologi e ostetriche vedrà la chiusura delle sale parto su tutto il territorio e avrà luogo il prossimo 12 febbraio, scombussolando e mandando in tilt moltissimi ospedali, e in panico le future mamme che avevano i parti programmati da tempo. Non è sempre facile, anzi spesso a dirla tutta è quasi un’impresa impossibile, trovare posti liberi, e per alcune visite specialistiche ed ecografie le prenotazioni si devono eseguire mesi e mesi prima. Soprattutto nel sistema sanitario delle strutture pubbliche.
Le associazioni dei ginecologi e delle ostetriche tuttavia sono risolute, e senza ascoltare i sindacati che prevedono il caos in tutto il territorio, continuano la crociata per dire basta all’indecenza dei tagli ingiustificati ( e molto pericolosi) che riguardano strutture mediche e reparti di ginecologia. Un gesto estremo che è molto comprensibile. L’inconveniente però è che questo sciopero totale rischia di bloccare ordate di sale parto e di mamme non in urgenza ma quasi, e gettare nell’ansia molte altre future mamme che avevano ecografie riservate in calendario da settimane. Anche se le urgenze saranno comunque seguite in tutti gli ospedali (ci mancherebbe). Niente parti cesarei programmati o induzione di parti programmati, per un totale di circa 1.100 interventi stimati che dovranno essere rinviati o anticipati.
In sciopero anche i consultori familiari e gli ambulatori ostetrici extraospedalieri. Escludendo le urgenze ostetriche e ginecologiche, non saranno garantiti dunque nessun tipo di altro esame o visita, facendo sfumare la prenotazione in lista delle donne in dolce attesa.
I motivi di quest’azione di gruppo sono i tagli della spending review e delle altre manovre finanziarie degli ultimi anni, che hanno messo in ginocchio tutta la struttura sanitaria e in special modo reparti così delicati e fondamentali per tutta la popolazione e per la nascita della vita stessa, come quelli di ostetricia e neonatologia.
Via | Ansa
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