Salute e benessere
Cordone ombelicale conservato in Sicilia e donato a un bimbo leucemico a Budapest
Un bambino con leucemia di Budapest è stato curato grazie a un cordone ombelicale conservato a Sciacca, in Sicilia.
Un cordone ombelicale conservato in Sicilia, in Italia, è volato fino in Ungheria per salvare l a vita a un bambino. Era stato donato da una mamma siciliana alla clinica Candela di Palermo. Ed era crioconservato presso la Banca del sangue cordonale di Sciacca, gestita dall’Asp di Agrigento. Nella mattina di martedì 6 ottobre 2020, una sacca con dentro il sangue cordonale è salita su un aereo che è partito alla volta di Budapest.
La donazione ha permesso di curare un bambino di 2 anni che vive in Ungheria e che è affetto da una grave forma di leucemia. All’interno ci sono delle cellule staminali che possono essere utilizzate per trattare malattie del sangue gravi. Un trattamento che è sicuramente una valida alternativa al trapianto di midollo osseo, soprattutto quando non si ha la possibilità di trovare in tempi brevi un donatore compatibile che possa salvare la vita dei pazienti malati.
Di solito per un paziente la probabilità di trovare un donatore compatibile in ambito famigliare è pari al 25% circa. Del restante 75% solo il 35% riesce a trovare un donatore compatibile tra chi si è iscritto ai Registri Internazionali di midollo osseo (circa 25 milioni nel mondo, di cui in Italia circa 350.000 ). Davvero cifre molto basse. Per questo fare una donazione solidale del cordone ombelicale può aiutare a salvare vite.
Pasquale Gallerano, direttore della Banca Cordonale, spiega:
Il ‘miracolo’ è fatto di grandi numeri e della condivisione dei dati in tempo reale da un capo all’altro del mondo più si allarga questa rete, più saranno le probabilità di trovare un donatore compatibile per chi ne ha bisogno. Il numero di trapianti di cellule staminali da sangue cordonale continua a crescere superando in atto il numero di 40.000 procedure, confermando la grande potenzialità delle cellule staminali del sangue placentare che, per alcuni aspetti, sono da ritenersi persino ‘migliori’ rispetto a quelle contenute nel midollo osseo. Ad esempio, le cellule staminali presenti nel sangue placentare sono meno aggressive dal punto di vista immunologico. Complessivamente i risultati delle due procedure trapiantologiche sono sovrapponibili se valutate a distanza di tempo.
Via | Ansa