Cronaca
Perché si vota nelle scuole
Perché si vota nelle scuole? I seggi elettorali di solito vengono allestiti in Italia proprio negli istituti scolastici.
Perché si vota nelle scuole? È la domanda che ci poniamo tutti, ogni volta che, scheda elettorale alla mano, ci accingiamo a fare il nostro dovere di bravi cittadini. Quando eravamo studenti, ovviamente eravamo felici che la nostra scuola fosse seggio elettorale. Perché si poteva stare a casa qualche giorno. Da adulti e magari da genitori, ci chiediamo se non si possa evitare questa perdita di ore scolastiche. Soprattutto in un anno particolare come quello dell’emergenza sanitaria del 2020.
Da anni si chiede che le scuole non siano più seggio elettorale. Spesso sono docenti e genitori ad appellarsi al buon senso, per non far perdere preziosi giorni di scuola agli studenti. Quest’anno anche il mondo politico è diviso, tra chi chiede di trovare sedi alternative per non bloccare le lezioni a settembre, dopo un anno travagliato, e chi invece pensa che non ci siano alternative. Chi è sfavorevole alle scuole come sedi di seggio, ricorda che la legge prevede che si voti in edifici pubblici. Quindi non solo strutture scolastiche, ma anche palestre, palazzetti e persino altri edifici come teatri. Si potrebbe pensare di votare in caserme dismesse, ad esempio.
In Italia, secondo i dati del Ministero dell’Interno, ci sono 51.041 sedi scolastiche statali, a volte presenti nello stesso edificio: da tempo i due terzi ospitano elezioni e referendum. Circa 34mila. Per un totale di 5 milioni di studenti che anche quest’anno, anzi, soprattutto quest’anno potrebbero perdere più giorni. Uno almeno di preparazione dei seggi, due di consultazione, almeno uno per gli scrutini e poi quanto tempo per la sanificazione degli spazi?
Certo, fino a oggi le scuole sono state il luogo migliore per ospitare i seggi. Le aule si potevano trasformare con il minimo della spesa. Ma forse alla luce di quanto sta accadendo, si potrebbe prevedere anche un cambio di rotta!
Via | Tuttoscuola