Salute e benessere
Trentino, bambini: il lockdown ha segnato i più piccoli
In Trentino i bambini hanno subito molto gli effetti negativi del lockdown.
Trentino, bambini colpiti duramente dal lockdown. È quello che emerge da una campagna di indagine dedicata alle famiglie trentine che la Provincia autonoma di Trento, tramite l’Agenzia per la famiglia, natalità e politiche giovanili e il Dipartimento Salute e politiche sociali, e con il supporto scientifico della Fondazione Franco Demarchi, ha deciso di avviare durante il periodo di quarantena per tutto il nostro paese.
Secondo quello che emerso dai tre questionari distinti, dedicati ai bambini con età compresa tra i 5 e gli 8 anni, i ragazzi tra i 9 e i 19 anni e gli adulti over 20 anni residenti in provincia di Trento, il lockdown ha segnato profondamente i più piccoli. In totale sono stati compilati tra il 28 aprile e il 19 maggio 2020 21.626 documenti (10.658 adulti, 7.270 giovani e 3.698 bambini/e).
Durante il lockdown a mancare, come prima cosa, è stata la socialità. Lo stare insieme era uno degli aspetti più duri a cui rinunciare. Per questo l’assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia, ha sottolineato che l’amministrazione si è impegnata per riaprire, in tutta sicurezza e il prima possibile, centri estivi, asili nido e scuole materne. Lavorando già oggi per il futuro.
Nel dettaglio i bambini tra 5 e 8 anni hanno sentito la mancanza di interazione con i coetanei, provando una sensazione di malessere che ha influito sulle loro abitudini alimentari e del sonno. Mangiavano e dormivano di meno. Il 62,4% non ha apprezzato la scuola a distanza, mentre il 74,2% era triste perché le scuole erano chiuse. Anche i giovani tra 9 e 19 anni hanno provato la mancanza di socialità, oltre quella di potersi muovere liberamente. Per quello che riguarda la didattica a distanza, il voto medio è di 6,09, in una scala da 1 a 10. Il 35,3% dei giovani sostiene però che sono migliorati i rapporti in famiglia.
Infine, i genitori dei bambini under 4 anni hanno notato dei cambiamenti. Il 72,7% ha notato un maggior bisogno di vicinanza con mamma e papà, il 50,8% rabbia e irritabilità, il 39,2% la perdita di abitudini, il 35,8% la difficoltà ad addormentarsi o risvegli notturni, il 24,9% l’aumento di paure e il 24,2% regressioni.
Foto di Lorri Lang da Pixabay
Via | Giornale del Trentino