Scuola
Scuola, nove reti della società civile scrivono a Conte: serve un piano nazionale
Salvare la scuola significa salvare il futuro dei ragazzi e delle nuove generazioni, ma aiutare anche molti bambini e adolescenti a vivere in contesti migliori.
L’emergenza Covid 19 non è solo un’emergenza sanitaria, ma è diventata anche un’emergenza scolastica. Nel mondo 1 miliardo e 650 milioni di piccoli studenti hanno interrotto le normali attività della scuola e in Italia sono 9,8 milioni, il 16,8% della popolazione. Nove reti di organizzazioni impegnate nel campo dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che comprendono centinaia di realtà del terzo settore, dell’associazionismo civile, professionale e del sindacato, chiedono di aprire un’interlocuzione con il Governo, hanno scritto al presidente del consiglio.
C’è bisogno di un piano per riapre la scuola e urgono nuovi investimenti. Ma chi sono questi 9,8 milioni di ragazzini a casa? Sono bambini che hanno bisogno di studiare, ma molti sono anche giovani che vivono in condizioni difficili. E la scuola rappresenta molto più di un istituto di formazione.
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Un milione e 137 mila, pari all’11,4% (dato 2019) sono i minorenni che in Italia vivono in povertà assoluta, il 14,5% degli e delle adolescenti abbandona la scuola, il 12,3% dei ragazzi/e tra 6-17 anni vive in case prive di strumenti informatici, pc o tablet, il 10,5% dei ragazzi/e tra 15 e 19 anni non è occupato e non é inserito in un percorso di formazione.
Le richieste contenute nel documento “educAzioni: cinque passi per contrastare la povertà educativa e promuovere i diritti delle bambine, dei bambini e degli e delle adolescenti”, condiviso dalle reti firmatarie, si articolano su cinque priorità:
- l’attivazione, a partire dai territori più svantaggiati, dei Poli educativi 0-6 anni, sotto il coordinamento del Ministero dell’Istruzione, con garanzia di accesso gratuito per le famiglie in difficoltà economica;
- la costruzione di patti educativi territoriali per coordinare l’offerta educativa curriculare con quella extracurriculare, mantenendo le scuole aperte tutto il giorno, coordinati e promossi dagli enti locali, in collaborazione con le scuole e il civismo attivo;
- la possibilità di raggiungere i più colpiti dal black out educativo a partire dall’estate, con una offerta educativa personalizzata, da proseguire alla ripresa delle scuole, con un’attenzione speciale al benessere psicologico, alle necessità degli alunni disabili e agli adolescenti usciti dal circuito scolastico;
- l’allocazione del 15% del totale degli investimenti per il superamento della crisi in educazione per dotare le scuole delle risorse necessarie, migliorare la qualità dell’istruzione rendendola più equa e incisiva, contrastare la povertà educativa e la dispersione;
- la definizione di un piano strategico nazionale sull’infanzia e sull’adolescenza, con obiettivi chiari e sistemi di monitoraggio, per promuovere il rilancio diffuso delle infrastrutture sociali e educative.
Il contenuto del documento sarà discusso in un webinar pubblico nella giornata di oggi alle 14:30 sulla pagina Facebook EducAzioni – i 5 passi.