Cronaca
Ritarda la chemio per far nascere suo figlio, i medici riescono a salvarla
Una ragazza di 34 anni, incinta di 5 mesi, ritarda la chemio per far nascere suo figlio e i medici organizzano un piano di cure per salvargli la vita.
Scoprire di avere un tumore mentre si è in attesa di un bambino è una delle cose più terribili che possano capitare. Oggi vi raccontiamo la storia di Patrizia, una ragazza napoletana di 34 anni che ha scoperto di avere un tumore al seno mentre era al quinto mese di gravidanza. Lei non ha avuto dubbi su cosa fare: ha scelto di proteggere il bambino e di rimandare le cure più pesanti a dopo la sua nascita.
Questa storia risale a qualche mese fa, nel maggio del 2019 Patrizia scopre del tumore mentre ha suo figlio in grembo. I mesi passano e lei si fa seguire e curare dalla Breast Unit dell’ospedale Cardarelli di Napoli e dall’equipe di Ferdinando Riccardi, direttore del reparto di Oncologia, e da Claudio Santangelo, direttore del reparto di Ostetricia e Ginecologia.
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I medici si coordinano tra loro e pianificano un piano di cura per Patrizia che resiste a tutto, stringe i denti e partorisce suo figlio, poi si sottopone a un intervento per rimuovere il tumore e successivamente inizia chemioterapia e radioterapia.
Il dottor Ferdinando Riccardi, direttore del reparto di Oncologia, ha dichiarato: [quote layout=”big” cite=”Ferdinando Riccardi]”Abbiamo fatto la pianificazione delle cure con il dottor Santangelo e concordato i tempi con Patrizia. A quel punto abbiamo iniziato le terapie. Prima del parto aveva portato a termine 4 cicli di chemio”.[/quote]
È passato più di un anno dall’inizio di questa battaglia e Patrizia è viva, forte e combatte, deve ancora completare il ciclo di cure ma con la consapevolezza che suo figlio, il piccolo Federico, sta bene e la sua vita non è mai stata a rischio.
Patrizia ha raccontato: [quote layout=”big” cite=”Patrizia]“Sono stata forte, sapevo di dover stare bene per mio figlio, per prendermi cura di lui. Credo che sia stato questo a darmi la forza di affrontare una situazione che, fino a quando non la vivi in prima persona, non capisci cos’è fino in fondo. Devo molto ai medici, alla loro professionalità, all’umanità con la quale sono stata accolta e all’organizzazione messa in campo dalla direzione generale del Cardarelli”.[/quote]
Auguriamo a Patrizia e alla sua famiglia una vita lunga e felice, nella speranza che questo anno difficile diventi presto un lontano ricordo.
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via | vocecontrocorrente