Scuola
I compiti per le vacanze li fa l’intelligenza artificiale
I compiti per le vacanze non sono più un problema per i ragazzi: ci pensa l’intelligenza artificiale a farli.
I compiti per le vacanze non sono più un problema per gli studenti italiani. E di tutto il mondo, a dire il vero. Se in passato sono stati la croce di tutti i ragazzi che nei mesi estivi avrebbero voluto godersi solo il meritato riposo, ritrovandosi poi a settembre con pagine e pagine da scrivere prima del suono della prima campanella dell’anno, ecco che ora sono diventati una delizia. Perché l’intelligenza artificiale dà loro una mano.
Il Sole 24 Ore riporta che sempre più studenti ricorrono all’intelligenza artificiale per i compiti. Oggi le divisioni non si fanno a mente o con le operazioni in colonna, ma chiedendo ad Alexa di Amazon. Abbiamo anche superato la calcolatrice. E lo stesso accade con le versioni di latino, con i testi da tradurre in inglese o in francese e con molti altri compiti che i ragazzi svolgono avvalendosi della collaborazione della tecnologia.
L’assistente virtuale, ma anche siti e app con soluzioni alle domande che si possono trovare sui libri. In alcuni casi si fotografano i problemi di matematica e si copia direttamente la soluzione o si condividono i compiti con i compagni di classe più bravi a scuola. Anche le materie umanistiche sono più facili da studiare, con applicazioni che aiutano a comprendere anche i concetti più difficili.
Maurizio Parodi, dirigente scolastico e autore del libro “Così impari: Per una scuola senza compiti”, spiega che tutto ciò ci fa riflettere sul fatto che i compiti a casa non servono e sono dannosi, perché fanno odiare la scuola e lo studio. Secondo lui è a scuola che bisogna studiare e imparare, non a casa. Come in Finlandia, dove non ci sono compiti a casa. O in Francia, dove si
sta sperimentando lo studio accompagnato, strumento utile per evitare le disuguaglianze sociali causate proprio dai compiti.
Però a questo punto bisognerebbe cambiare radicalmente la scuola e il modo di insegnare:
Anche le indicazioni ministeriali dicono che la lezione frontale non funziona più, ma i docenti italiani non sono ricettivi al cambiamento. Bisogna mettere gli studenti nella condizione di capire le proprie risorse, attraverso un apprendimento naturale e anche attraverso il mutuo insegnamento. L’apprendimento non si allena, si esplora.
E se proprio non possiamo fare a meno dei compiti a casa, almeno che vengano corretti in classe: così lo sforzo dei nostri ragazzi avrà un senso e loro si sentiranno valorizzati!
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