Istruzione
Benefici dell’arte a scuola: 8 bambini su 10 hanno un rendimento scolastico migliore
L’arte a scuola ha tanti benefici per i nostri figli: per 8 alunni su 10 è stato registrato un rendimento scolastico migliore.
L’arte a scuola fa bene ai bambini. Tanti i benefici che i giovani studenti possono avere dalla pittura: del resto, come sosteneva Picasso, i più piccoli sono maggiormente inclini alla creatività e all’arte stessa. E questa disciplina, spesso abbandonata troppo presto da scuole italiane che non hanno fondi a sufficienza e abbastanza ore per affrontarne le tematiche, fa anche bene.
Secondo un’indagine americana condotta dalla Oxford University su un campione di oltre 1000 bambini tra i 5 e i 12 anni, pubblicata poi su Fox News, l’82% degli intervistati ha registrato un miglioramento del rendimento scolastico grazie all’arte. Soprattutto per quello che riguarda le materie scientifiche. Mentre una ricerca condotta da Psychology Today, far partecipare gli studenti a laboratori creativi all’aria aperta stimola la loro fantasia, aiutandoli a mettersi in gioco e favorendo l’avviamento di un’attività imprenditoriale quando saranno grandi.
Secondo un’indagine della BBC poter dipingere all’aria aperta migliora la coordinazione motoria e le capacità cognitive dei bambini. Insomma, tanti benefici da non sottovalutare. Per riportare l’arte a scuola (cosa che sembra ormai un miraggio) e riportarla un po’ anche nelle nostre case, invogliando i bambini a partecipare a laboratori di pittura. O semplicemente incoraggiandoli a disegnare e a dipingere, senza mai costringerli oppure obbligarli: l’arte è creatività e ognuno si esprime come meglio crede.
Lo scorso 27 giugno il Rossini Art Site di Briosco ha ospitato il laboratorio creativo “La Pelle dell’arte”, organizzato dal Baby College di Monza, un’iniziativa ludico-didattica ce fa parte del terzo Art Day del programma scolastico. 50 bambini hanno potuto riscoprire il frottage, una tecnica di pittura e di disegno che si basa su tecniche di sfregamento. La usavano già nell’Antica Cina e nella Grecia Classica. Perché non provarla anche con i nostri bambini?
Foto Pixabay