Celebrità
Valentina Persia racconta la sua difficile maternità: “Non giudicate le mamme”
La comica Valentina Persia è diventata mamma a 43 anni da sola e ha fatto i conti con un difficile momento.
Diventare mamma non è facile come spesso raccontano le mamme, che temono di essere giudicate. È molto bella la testimonianza di Valentina Persia, attrice e comica italiana, che ha avuto due bimbi e non ha vissuto serenamente il post partum.
“Avevo paura di non farcela, avevo paura di non riuscire a dare supporto a due estranei. Io non ho problemi a dirlo: per i primi tempi, dicevo alla dottoressa, ‘io non sento nulla’, avevo solo voglia di dormire. Sono due estranei, perché un compagno, un marito, vuole mangiare mangia, non vuole mangiare non mangia. Bambini che dipendono da te, che li hai cercati, che li hai voluti, sei la loro mamma… Io avevo paura di non farcela. E sono crollata, al livello di graffiarmi a sangue la faccia. E i miei bambini buonissimi, dormivano tutta la notte e io non dormivo. Ho avuto un crollo psicologico, qualcuno dice depressione post parto, qualcuno dice baby blues, io ero solo stanca”.
Ha raccontato a “Vieni da me” su Rai 1 la comica, diventata famosa per la sua partecipazione al celebre programma televisivo La sai l’ultima?. E ha anche detto un’altra cosa importante: in Italia si vuole sempre e solo vedere il bello della gravidanza, ma non è detto che prendendo in braccio il tuo bambino appena nato scatti subito la scintilla.
“Mi sentivo inadatta, a gennaio li ho partoriti, inferiate alle finestre, donna di 43 anni abituata a viaggiare, spostamenti, autografi, contratti, la gente che ti riconosce dappertutto. E era da sola, con il seno di fuori tutto il giorno, gennaio, tira latte, davanti a un muro, da sola, non ti potevi girare perché non avevi di fianco nessuno. Sapevo a cosa sarei andata incontro ma non sapevo che sarebbe stata così difficile”.
E poi, dopo tre mesi e mezzo di allattamento, è intervenuta la pediatra dei suoi bambini, che le ha completamente cambiato la vita.
“Lei mi chiese se i bimbi ancora prendessero il latte, le dissi di sì, e lei: “Va bene così signora, ha dato il latte più buono. Per tre mesi e mezzo, è stata bravissima. Adesso lo togliamo…”. E io: “Perché dottoressa, cosa c’è che non va? Non è buono il latte?”. E lei: “No, comincia a essere un po’ leggero, diamo solo la giunta, così lei si riposa”. Non mi disse: “La vedo troppo ansiosa”. È meglio togliere il latte e avere una mamma serena e felice, piuttosto che ostentatamente continuare a dare il latte e avere una mamma esasperata, che comunque è scoraggiata e non si sente in possibilità di crescere il proprio figlio. Mi ha tolto il latte e i miei bambini con il latte artificiale hanno cominciato a dormire molto di più la notte, mi sono riuscita a fare la doccia, li ho mandati al nido con le maestre”.
E poi ha dato il suo consiglio, che dovremmo fare nostro:
“Non giudicate le mamme. Non dico quando fanno quelle cose aberranti. Non giudicate una mamma in difficoltà”.
Via | HuffPost