Cronaca
Austria, divieto di indossare il velo a scuola
In Austria è stato imposto il divieto di indossare il tipico velo islamico nelle scuole.
[related layout=”right” permalink=”https://bebeblog.lndo.site/post/201647/bambina-modella-con-il-velo-francia-indignata-per-la-pubblicita-di-gap-kids”][/related]L’Austria vieta il velo islamico a scuola. I deputati del paese europeo, infatti, hanno approvato mercoledì 15 maggio una legge proposta dal governo per mettere al bando il classico velo indossato per motivi religiosi, all’interno di tutte le scuole primarie austriache. Secondo quanto riportato dalla stampa, non si parla solo di velo, ma di ogni tipo di “abbigliamento influenzato ideologicamente o religiosamente associato alla copertura della testa“.
I rappresentanti del Partito popolare di centro-destra (OeVP) e del partito di estrema destra (FPOe), che fanno parte della stessa coalizione, hanno sottolineato, però, che la legge è stata promossa e voluta proprio in riferimento al velo islamico, come sottolinea il portavoce del secondo partito, che sottolinea che l’approvazione della legge può rappresentare
un segnale contro l’islam politico.
Rudolf Taschner, del partito OePP, invece, ha dichiarato che questa misura era fondamentale e necessaria per poter liberare tutte le ragazze che vanno a scuola dalla sottomissione che quel velo rappresenterebbe. E il divieto riguarderebbe, infatti, solo il velo islamico portato dalle donne. Perché il governo ha escluso di estendere il provvedimento anche ai copricapi che indossano i ragazzi che seguono la religione Sikh e alla kippa ebraica, dal momento che il divieto vige solo per chi indossa copricapo che “coprano tutti i capelli o una loro gran parte“. E sono anche esclusi i “copricapi necessari per proteggersi dalla pioggia o dalla neve“.
La Corte Costituzionale impugnerà questa nuova norma? I media locali sostengono che sia molto probabile. L’associazione dei musulmani austriaci parlava di proposta vergognosa e di tattica di diversione, che riguarderebbe poche studentesse, che potrebbero essere discriminate da una legge che vorrebbe aiutarle. Ma siamo sicuri che sia così?
Foto Pixabay