Salute e benessere
Bambini, l’abuso di dispositivi digitali mette a rischio lo sviluppo cognitivo
Usare troppo o male i dispositivi digitali mette a rischio lo sviluppo cognitivo dei bambini.
Quanto può essere dannoso lasciare i bambini davanti alla televisione? A rispendere a questa domanda ha provato uno studio condotto da Sheri Madigan dell’università di Calgary (Canada) e colleghi dell’università di Waterloo (Canada) su 2.400 bimbi di età compresa fra i 2 e i 5 anni, in cinque anni (2011 – 2016). Purtroppo, la risposta sembra essere certa: fa così male da mettere a rischio lo sviluppo cognitivo del bambino.
[related layout=”left” permalink=”https://bebeblog.lndo.site/post/185714/a-che-eta-regalare-un-tablet-ai-bambini”][/related]È dunque importante fare attenzione a non crescere analfabeti digitali, ma a ridurre i consumi e soprattutto fare attenzione alla fruizione. La Società italiana di pediatria ha messo nero su bianco alcune Raccomandazioni pubblicate nel giugno dell’anno scorso: no a smartphone e tablet prima dei due anni, durante i pasti e prima di andare a dormire. Limitare l’uso a massimo 1 ora al giorno nei bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni e al massimo 2 ore al giorno per quelli di età compresa tra i 5 e gli 8 anni. I ricercatori canadesi hanno così commentato:
«Lo sviluppo del bambino si sviluppa rapidamente nei primi 5 anni di vita. Il presente studio ha esaminato i risultati dello sviluppo durante un periodo critico di crescita e maturazione, rivelando che il tempo trascorso sullo schermo può interferire con la capacità dei bambini di svilupparsi in modo ottimale. Quando i bambini piccoli stanno osservando gli schermi, possono mancare importanti opportunità di praticare e padroneggiare le abilità interpersonali, motorie e comunicative. Ad esempio, quando i bambini osservano gli schermi senza un componente interattivo o fisico, sono più sedentari e, di conseguenza, non praticano grandi capacità motorie, come camminare e correre, il che a sua volta può ritardare lo sviluppo in quest’area. Gli schermi possono anche interrompere le interazioni con gli operatori sanitari limitando le opportunità di scambi sociali verbali e non verbali, che sono essenziali per favorire una crescita e uno sviluppo ottimali».
Via | Corriere