Cronaca
Il papà di Alex Montresor: “Mio figlio era come morto, dopo il trapianto gioca”
Paolo Montresor ringrazia pubblicamente i medici e tutte le persone che si sono sottoposte ai test per donare il midollo al figlio Alex Montresor. Il bambino adesso sta bene, gioca e sembra rinato.
Qualche giorno fa vi abbiamo raccontato la storia di Alessandro Montresor, il bambino di 20 mesi che è stato sottoposto al trapianto di cellule staminali di midollo osseo con donazione diretta del padre e che, miracolosamente sta bene ed è stato dimesso dall’ospedale. Alessandro Montresor adesso gioca. sorride e sta bene, un vero e proprio miracolo dato che era arrivato al punto di essere catatonico e con la febbre a 40, e senza poter assumere farmaci.
Per Alessandro Montresor si è smosso mezzo mondo, l’ospedale di Londra in cui era ricoverato si è confrontato con altri medici, per cercare di salvare la vita a questo frugoletto malato di linfoistiocitosi emofagocitica. Per lui c’è stata una gara di solidarietà, centinaia di persone si sono messe in fila per effettuare i test per poter donare il midollo e aiutare Alex a guarire. Purtroppo il tempo era poco e, nonostante la tanta disponibilità, nessuno era compatibile e quindi alla fine i medici hanno scelto di procedere con il trapianto usando come donatore il papà.
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Paolo Montresor ha voluto ringraziare ufficialmente i medici e tutte le persone che si sono rese disponibili per aiutare suo figlio. Ecco le sue dichiarazioni: [quote layout=”big” cite=”Paolo Montresor]“Devo ringraziare tutti quelli che ci hanno aiutato e in particolare i tantissimi giovani che si sono messi in fila per donare il midollo osseo decidendo di dare una speranza a noi e a tanti malati che, come il nostro piccolo, aspettano il trapianto. Mi è sembrato di dargli una seconda nascita, ho capito meglio cosa provano le madri. Sarebbe bello un mondo in cui tutte le persone malate trovino più di un donatore. Forse la nostra famiglia ha dato un piccolo contributo ad aumentare la cultura della donazione del midollo osseo facendo capire che non è invasiva e non mette in pericolo. Soffro di insonnia e dormo tre ore per notte la nostra vita non è più stata la stessa dal 28 agosto, quando Alex era ricoverato a Londra nel picco della malattia, con la febbre a 40. I medici si consultavano tra ospedali, ma ci sembrava di essere nel buio totale, il bambino stava malissimo, aveva infiammazioni alla milza e al fegato, valori ematici completamente sballati e non c’era neanche la possibilità di dargli farmaci per fare abbassare la febbre. Incredibile sentire che dovevano rifornirsi in continuazioni di strumenti per fare i test, perché la gente continuava ad arrivare. E non è stata soltanto la quantità di persone che ha risposto a stupirmi, mi ha colpito come lo hanno fatto, la compostezza, l’ordine e la pazienza anche di fronte ai mille imprevisti”.[/quote]
E poi condivide gli ultimi aggiornamenti sulla salute del figlio e fa anche qualche previsione per il futuro…
[quote layout=”big” cite=”Paolo Montresor]”Al momento è un bambino tranquillo al quale basta una macchinina per essere felice. Sappiamo che ci saranno ancora i controlli e i day hospital, quindi salite da affrontare. Ma ci sentiamo come se avessimo scalato l’Everest e fossimo arrivati alla cima. Ora speriamo di scendere. Io credo che Alessandro, quando sarà grande, farà il medico. In questi mesi trascorsi in ospedale ha preso confidenza con molti strumenti. Il suo preferito è lo stetoscopio, gli piace giocarci, se lo appoggia sul petto, sulle spalle”.[/quote]
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Foto | theworldnews
via | vanityfair