Educazione
Linguaggio dei bambini, le nuove parole dei giovani
Sono circa 500 le parole “nuove” utilizzate comunemente dai giovani di ultimissima generazione.
Il linguaggio è sempre in evoluzione, anche quello dei bambini e degli adolescenti. Secondo un glossario preparato da un gruppo di studenti della facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università Lumsa, esistono più di 500 parole e molte locuzioni informali tipiche del linguaggio dei giorni.
Quali sono i termini più comuni? Abbiamo il classico postare, che significa pubblicare un post ed è ormai molto usato anche dagli adulti. E poi possiamo orientarci:
da “beccarsi” (incontrarsi) a “bordello” (confusione), da “clannare” (far entrare qualcuno in un clan, in un gruppo) a “svalvolare” (uscire di senno), da “ciorro” (persona di brutto aspetto) a “ciospa” (sigaretta) a “scialla” (tranquillo). E poi varie locuzioni, come “essere fuori come un balcone” (essere fuori di testa) o “ma che ne sanno i 2000” (per indicare l’ignoranza dei nati nel 21/o secolo). E, infine, alcuni acronimi: “da Omw (sto arrivando: “Omw, aspetta 3 secondi”) a W8 (aspettare: “W8, vado al bagno”). Molto amati anche i suffissi -oso e -ata: da “palloso” (noioso) a “morbidoso” (delicato), da “gufata” (frase che porta sfortuna) a “cinesata” (oggetto di scarsa qualità).
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Esistono poi delle parole di origine dialettale come “piottare” (correre a cento all’ora, derivato da ‘piotta’, moneta da cento lire), “mortazza” (mortadella), “burdél” (chiasso), “frisco” (per indicare un giovane vigoroso), “bischero” (sciocco) e “boscare” (mancare un appuntamento).
Derivati invece dall’inglese, abbiamo: : “drinkare” (per bere; dall’inglese “to drink”), “lovvare (per amare, da “to love”), googlare (per ‘fare una ricerca su Google’). Altre parole sono proprie del gergo tradizionale: “gasato” (euforico), “toppare” (sbagliare), “ganzo” (scaltro); altre di carattere innovativo: “spaccare” (avere successo), “bidonare” (mancare un appuntamento), “bangladino” (rivendita gestita da un uomo del Bangladesh); altre ancora, infine, prese in prestito dalla medicina: “sclerare” (impazzire); o dalla scienza: “atomico” (eccezionale).
Via | Ansa