Educazione
Educazione dei bambini: le fiabe come strumento per comprendere la realtà
Le fiabe sono uno strumento importante per comprendere la realtà, anche gli aspetti più difficili.
L’educazione dei bambini è davvero molto complessa e molto spesso si utilizzano le fiabe per spiegare la realtà. Repubblica ha intervistato la psicologa Elisabetta Mauti, che scrive fiabe per ragazzini e libri per spiegare ai genitori come comunicare con i figli (fra i tanti: Una fiaba per ogni perché, Cosa mi racconti oggi? Favole per parlare coi bambini, “Favole per la pappa e per la nanna – Franco Angeli).
“Dal momento della nascita, filtrano la realtà attraverso i sensi: il pensiero razionale si sviluppa in seguito, un po’ alla volta. All’inizio incontrano il mondo attraverso il corpo e subito dopo attraverso le emozioni; crescendo, con lo sviluppo del linguaggio, le cose cominciano ad avere un nome, quindi è possibile pian piano operare un primo distacco dalle cose, dandogli un significato. Con il passare del tempo il mondo emotivo e quello razionale si danno il cambio: più si sviluppa il secondo, più il primo tende a “retrocedere”. Questo consente al bimbo di passare da un mondo che lo colpisce, nel bene e nel male, a un mondo più vivibile, dove le cose hanno un significato, spesso un motivo, magari perdendo un certo modo di sentire le cose che appartiene all’infanzia: tutti conserviamo ricordi di luoghi, persone di cui conoscevamo l’odore, il tono della voce, il suono dei passi. Grazie a questo i bambini colgono sfumature che ai grandi spesso sono precluse”.
È dunque importante che i genitori siano chiari e sempre determinati. Non c’è posto per le incertezze. Bisogna essere autorevoli ma mai autoritari. Le favole sicuramente possono essere uno strumento valido.
“Nel mondo delle favole non esiste ambivalenza, come nel mondo dell’infanzia: i cattivi sono cattivi e i buoni sono buoni. C’è poi un aspetto molto importante: i bambini sono piccoli scienziati che cercano – sulla base di quello che vedono – di estrarre regole generali. Tutti i bambini a un certo punto della loro vita, sono convinti che i sassi crescano e un giorno saranno montagne: trasferiscono la loro esperienza diretta sulla crescita, al mondo che li circonda: questa capacità di riferirsi all’osservazione per estrarre regole, li aiuta a imparare ed è questo aspetto che noi utilizziamo per insegnargli attraverso le favole. Se un cane litiga con un orso prepotente, non c’è bisogno di dire ad un bambino che le strategie usate dal cane, potrebbero essere utili anche per lui: possiamo essere certi che questo trasferimento lo farà lui da solo”.
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E poi non ci sono pregiudizi (si può essere qualsiasi cosa, tra animali e persone, e i diritti ma anche le regole non cambiano) e, in molti casi, aiuta a capire le cose difficili.
“Le favole permettono al bambino di avvicinarsi ad un problema per esaminarlo. Se gli dico che papà e mamma si separano perché non si amano più, il bambino non capisce: l’amore romantico non è un concetto che gli appartiene e quindi da quel momento avrà paura che come papà ha lasciato la mamma o il contrario perché non la ama, da domani possa lasciare anche lui, visto che l’amore passa. Il nostro compito è mostrargli quegli aspetti che lui possa comprendere ed elaborare”.
Via | Repubblica