Salute e benessere
Obesità infantile, Paolo Barilla: “Le tasse sulle bibite non sono la soluzione”
L’obesità infantile è un problema sempre più diffuso e a essere colpiti sono soprattutto le fasce di reddito più basso.
I bambini sono sempre più grassi. È un dato di fatto e non certo commento. Lo dimostrano i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità: oltre il 21% dei bambini tra i 6 e i 10 anni è a rischio, aggiungendo i sovrappeso arriviamo tra i maschi al 42% e tra le femmine al 38%. Il Corriere della Sera ha analizzato la situazione con Paolo Barilla, vicepresidente del gruppo di famiglia, che ha riflettuto anche sul ruolo che ha l’azienda alimentare.
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«Oggi qualità non vuol dire solo prodotti sani, bensì intervenire dal seme fino alla salute del consumatore. Il vecchio modello “più produci meglio è” non funziona e in parallelo però l’industria si accorge di essere inadeguata a sostenere da sola la responsabilità di invertire la rotta».
Dunque non sono utili le etichette con i semafori per mettere in guardia i consumatori, così come non serve tassare le bibite gassate.
«Non credo a questa misura. Perché solo le bibite? Mi sembra discriminatorio. Non porta a un senso di responsabilità».
E il famoso olio di palma?
«È il grasso più funzionale per cibi conservabili a lungo, con un costo contenuto. Noi avevamo già iniziato a sostituirlo per migliorare il profilo nutrizionale dei prodotti da forno. Quando poi l’Efsa ne ha evidenziato i rischi, nel giugno 2016, abbiamo accelerato la sostituzione dei grassi saturi da tutti i nostri prodotti. Una discontinuità che ci costa 30 milioni di euro l’anno in più».
La verità è che l’obesità è un problema culturale e come tale va trattato: bisogna imparare a mangiare bene, modificare gli stili di vita, fare movimento. Tutte cose che si possono imparare da bambini. Sono