Scuola
Bambini stranieri esclusi dalle mense scolastiche a Lodi
A Lodi i bambini stranieri sono starti esclusi dalle mense scolastiche e dagli scuolabus per dei cavilli legali voluti dal nuovo sindaco leghista.
A Lodi c’è una situazione davvero ai limiti dell’assurdo, a causa di una serie di cavilli voluti dal sindaco leghista Sara Casanova, i bambini stranieri non possono usufruire, al pari di quelli italiani, dei prezzi agevolati per la mensa e lo scuolabus. Il Nuovo Regolamento per Prestazioni Sociali Agevolate prevede che le persone senza cittadinanza italiana debbano avere dei documenti aggiuntivi per poter avere accesso ai servizi scolastici. Il problema è che questi documenti sono quasi impossibili da avere, perché bisogna dimostrare la nullatenenza nei Paesi d’origine, ma spesso ci si ritrova inghiottiti in maglie burocratiche e mancanza di mezzi che rendono impossibile anche avere un foglio di carta. Queste cose sono complicate anche nei nostri italianissimi e inefficientissimi paeselli, figuriamoci quando le comunicazioni interessano paesi che si trovano dall’altra parte del mondo.
Fino all’anno scorso i benefici sui servizi scolastici venivano garantiti in base all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, cioè dall’ISEE che va a valutare la “ricchezza” della famiglia. Non solo i documenti richiesti sono difficili da recuperare, ma poi al Comune di Lodi vengono anche rifiutati molto facilmente, a settembre su 132 domande, 3 sono passate come corrette o da valutare e 129 sono state rifiutate.
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Senza le agevolazioni sul reddito, le famiglie straniere passano direttamente alla fascia alta e quindi i singoli pasti passano da 2 a 5 euro e l’abbonamento trimestrale dello scuolabus da 90 a 210 euro. Soldi che queste famiglie non hanno e che quindi costringono i genitori ad accompagnare i bimbi a scuola al mattino, andarli a prendere all’ora di pranzo, portarli a casa per farli mangiare, e poi riaccompagnarli a scuola e infine andarli a riprendere all’uscita. Tutto ciò è spesso difficilissimo o incompatibile con il lavoro. Un’altra soluzione è che i bambini si portano il pranzo da casa, che andrebbe anche bene, solo che per delle regole di igiene il “cibo esterno” non può essere servito insieme a quello delle mense scolastiche e quindi i bimbi stranieri vengono sistemati in un’altra sala adibita a mensa. Sembra una situazione pericolosamente simile ai rubinetti separati per bianchi e neri dell’America degli anni ‘50.
Questi provvedimenti interessano soprattutto le scuole materne ed elementari dove merenda e pranzo sono anche momento di aggregazione e svago, oltre ai disagi economici e logistici, è un po’ come emarginare questi bambini. E al giorno d’oggi coltivare odio, discriminazione ed emarginazione è quanto di più assurdo si possa fare.
È giusto far rispettare le regole ma bisogna fare in modo che sia possibile mettersi in regola, richiedere documenti che si sa bene che quasi nessuno potrà avere è scorretto. E se regole devono essere, che lo siano per tutti, perché sono tantissimi anche gli italiani che risultano nelle fasce basse di reddito e poi vivono in ville che farebbero impallidire Paperon De Paperoni.
In tutto questo non dimentichiamo che le scuole senza alunni chiudono e vengono accorpate e questo significa perdere posti di lavoro e servizi per i cittadini. I bambini stranieri contribuiscono alla formazione delle classi e dobbiamo prenderne atto, perché nel giro di qualche anno potrebbe esserci una migrazione da Lodi e qualche altra città dove i bambini non vengono discriminati.
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via | tpi, ilpost, ilfattoquotidiano, corriere