Educazione
I bambini bilingue hanno una marcia in più rispetto ai coetanei monolingue
Imparare una seconda lingua fin da subito migliora anche le capacità cognitive e la memoria a breve termine.
Imparare una seconda lingua straniera non è mai semplice, ma se lo si fa da piccolini, è decisamente meno complicato. I bambini bilingue inizialmente devono far fronte a un carico di informazioni decisamente maggiore, oltre a dover adattarsi a contesti sempre diversi con una certa flessibilità. Secondo un recente studio condotto dagli esperti dell’Università di Udine, dell’Irccs Eugenio Medea e della Scuola Provinciale di Sanità Claudiana e pubblicato sull’International Journal of Bilingual Education and Bilingualism, i bambini bilingue hanno una marcia in più rispetto ai coetanei monolingue.
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Sembrano avere capacità cognitive e di memoria a breve termine maggiori. Dunque se c’è la possibilità di esporre il bambino a una seconda lingua fin da subito è sicuramente la scelta migliore. Attenzione, però, ci sono anche dei contro da tenere in considerazione. Inizialmente i piccoli potrebbero avere un vocabolario meno ricco. Non c’è da preoccuparsi. Il dottor Marco Nuara, pediatra di Humanitas, ha dichiarato:
“Meglio sarebbe che ognuno di noi trasmetta al figlio ciò che sa nel migliore dei modi. Il genitore madrelingua ha sicuramente una maggiore proprietà di linguaggio e di pronuncia pertanto è bene che ognuno parli la propria lingua. Non bisogna rinunciare ad esporre il bambino alle due lingue nemmeno se egli tardasse a cominciare a parlare. A meno che l’indicazione venisse da uno specialista, dopo opportuna valutazione del singolo caso”.
Per favorire inoltre l’apprendimento, si consiglia, dove possibile, di mandare il bambino a una scuola bilingue.
Via | Humanitas