Cronaca
Luce notturna per i bambini: i pro e i contro
Rassicurante rimedio contro la paura del buio da parte dei bambini, la luce notturna è veramente indispensabile?
La paura del buio è una costante tra i bambini. In molti non riescono proprio a superarla e, per tranquillizzarli in qualche modo, i genitori spesso si affidano alle rassicuranti luci notturne.
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Sull’utilizzo di queste ultime, in realtà, gli esperti non si trovano molto d’accordo, anzi, secondo molti, il bambino dovrebbe capire la sostanziale differenza esistente tra il giorno e la notte e, per tale motivo, sarebbe meglio evitare di ricorrervi.
L’unica via ammessa per calmare il piccolo a seguito di pianti disperati sarebbe quella di coccolarlo, prenderlo in braccio, ma senza accendere mai la luce, ovvero senza fornire al piccolo gli stessi stimoli tipici del giorno, per non provocare in lui confusione.
Se c’è chi giura sia solo questione di abitudine e che in pochi giorni la paura del buio possa cessare di manifestarsi, c’è chi proprio non riesca a farne a meno.
In definitiva, l’esigenza della luce notturna è spesso dettata più da una sorta di timore (o comodità) della mamma che da una effettiva necessita del bebè. Avere una fonte di luce in camera può risultare utile qualora si voglia controllare il bambino al primo gemito ma senza alzarsi dal letto, o per il piccolo, per ritrovare, magari, il ciuccio perso.
Ma è davvero così indispensabile? Perchè non provare a spegnerla verificando, così, le reazioni del bimbo? Potreste rimanerne stupite.
Spesso, infatti, i continui risvegli possono essere causati semplicemente da un sogno, o dall’esigenza di cambiare posizione. Attendete qualche attimo prima di correre a parlargli o a prenderlo tra le braccia, così facendo potreste ottenere l’effetto contrario, ovvero interrompere il suo sonno.
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