Cronaca
Qual è la musica che piace ai neonati?
Qual è la musica che piace ai neonati? Ecco cosa ci rivela un recente studio sulle preferenze dei più piccoli di casa.
Qual è la musica preferita dai neonati? In casa sicuramente si ascoltano brani e canzoni degli artisti preferiti di mamma e papà, anche se gli esperti solitamente consigliano la musica classica, da ascoltare fin da quando i piccoli sono nel grembo materno (anche se recenti studi hanno detto che i neonati nel pancione non sentono molto di quello che avviene all’esterno).
Ma se dovessimo dire qual è la musica preferita dai neonati, quale sarebbe la risposta? Ce lo svela un recente studio di Institut Marquès sulle reazioni del feto rispetto ai generi musicali, presentato in occasione del quinto congresso dell’International Association for Music and Medicine. Ci spiace deludervi, ma non è la musica rock la loro preferita…
La musica preferita dai neonati
[related layout=”left” permalink=”https://bebeblog.lndo.site/post/90911/ecco-la-musica-classica-su-youtube-per-calmare-il-pianto-dei-neonati”][/related]I feti e i neonati amano la musica classica. E in particolare adorano i brani scritti da Mozart. Lo studio di Institut Marques parla chiaro: la musica classica provoca più reazioni nel feto rispetto ad altri generi musicali. E si riscontrano anche più movimenti della bocca. Come volesse mettersi a cantare.
A preferire la musica classica è l’84% dei feti, contro il 79% della musica tradizionale e il 59% dei brani pop e rock. Per quello che riguarda gli atteggiamenti durante l’ascolto, i piccoli che hanno tirato fuori la lingua lo hanno fatto di più durante l’esecuzione di brani classici (35%) contro il 20% e il 15% rispettivamente della musica tradizionale e del sound pop-rock. Unica eccezione per Bohemian Rhapsody dei Queen: forse sono i suoni ripetitivi e semplici di questo brano e di altri ad attirare l’attenzione?
Marisa López-Teijón, Direttrice di Institut Marquès, spiega:
Istintivamente continuiamo a parlare ai bambini con toni alti e melodicamente, perché sappiamo che è così che ci capiscono meglio, è così che si rendono conto che vogliamo comunicare con loro. Che si tratti dunque di una serenata di Mozart o del suono ancestrale del tamburo africano, il potere comunicativo delle melodie è innegabile. La più antica forma di comunicazione prima che verbale era musicale. Suoni, gestualità e danze precedono tutt’oggi le parole.
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