Cronaca
In Italia le mamme sono equilibriste
Save the Children ci spiega come sono le mamme italiane, sempre in bilico tra lavoro e impegni famigliari.
Come sono le mamme italiane? Sono delle equilibriste e forse lo sapevamo già, ma a confermare questa teoria un dossier di Save the Children. Conciliare lavoro e famiglia non è certamente facile. Quasi sempre è tutto sulle loro spalle e far quadrare le diverse attività quotidiane non è semplice, anche perché purtroppo abbiamo solo giornate di 24 ore. Purtroppo facciamo letteralmente i salti mortali per non far mancare nulla alla famiglia e, al tempo stesso, non essere discriminate sul luogo di lavoro.
Purtroppo i diritti sono ancora troppo pochi. E anche se ci sono, non tutti i datori di lavoro li rispettano. Secondo gli ultimi dati dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro le neo mamme che si sono licenziate sono state oltre 25mila, in gran parte per la difficoltà di lavorare e prendersi cura dei figli. Gli asili nido costano molto e i nonni non sempre sono disponibili, perché magari ancora lavorano.
Il dossier di Save the children, “Le Equilibriste, la maternità in italia”, ci informa che le cose sono più facili a Bolzano e Trento, mentre in Campania tutto è più difficile. La classifica che vede poi in terza posizione la Valle D’Aosta, seguita dall’Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Piemonte. Bolzano e Trento sui primi due gradini del podio registrano anche molti miglioramenti, mentre l’Emilia delle regressioni. La Campania è la meno mother friendly, subito dopo Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicata.
Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, spiega:
È inammissibile che in un Paese come il nostro, dove il numero di nuovi nati è in costante diminuzione, si riservi così poca attenzione, al di là della retorica, alla maternità e che le mamme debbano affrontare in solitudine continui ostacoli legati alla cura dei figli così e alla conciliazione della vita familiare e professionale. Sappiamo che i primi mille giorni dei bambini sono fondamentali per la crescita, eppure proprio in questo periodo decisivo manca l’assunzione di responsabilità pubblica. Occorre scardinare questo circolo vizioso.
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