Cronaca
La sindaca Appendino: “A Torino registreremo all’anagrafe i figli delle coppie gay
La sindaca di Torino ha fatto un importante annuncio: ha deciso di trascrivere tutti gli atti di nascita dei bambini e delle bambine nate all’estero da coppie omogenitoriali e l’atto di nascita di un bimbo, nato all’ospedale Sant’Anna di Torino.
Grandi novità per le nuove famiglie. Saranno iscritti nel registro dell’anagrafe come i figli di entrambi i genitori i bambini torinesi nati all’estero o in Italia da coppie omosessuali residenti in città. Lo ha annunciato con un post su Facebook la sindaca di Torino, Chiara Appendino.
Per la prima volta la Città di Torino si trova dinnanzi a casi inediti di nuove forme di genitorialità che richiedono del tutto legittimamente il riconoscimento di quella che per loro è una famiglia, intesa come luogo fisico ed emotivo in cui due o più persone si amano e costruiscono insieme il futuro proprio e dei propri figli.
Ha poi continuato:
Oggi l’Italia non è ancora pronta a riconoscere legalmente queste famiglie e ci si trova davanti a ostacoli burocratici tanto fastidiosi nella loro forma quanto difficili da superare.
Tuttavia la nostra posizione politica è chiarissima. Lo è sin da quando all’inizio del nostro mandato, insieme all’Assessore ai Diritti, Marco Alessandro Giusta, abbiamo dato un segnale scegliendo di cambiare la forma stessa degli atti del Comune, modificando nei dispositivi il termine “famiglia” con il plurale “famiglie”.
Il Coordinamento Torino Pride GLBT ha espresso il suo entusiasmo e il sostegno alla sindaca:
Ci auguriamo che, come ha più volte indicato la Corte Costituzionale, la politica decida di risolvere una volta per tutte il problema dei bambini e delle bambine arcobaleno e delle loro famiglie. L’ipocrisia e la sciatteria politica devono finire. Tutti e tutte dobbiamo rimanere vigili per non permettere più a nessuno di considerare noi e le nostre famiglie di serie B. L’applauso oggi va necessariamente alla Sindaca Appendino ma anche alle tante coppie omogenitoriali che attraverso richieste, sollecitazioni e cause in tribunale non hanno mai smesso di lottare perché le loro e le nostre famiglie siano considerate uguali a quelle composte da un uomo e una donna.