Educazione
Come gestire la rabbia nei bambini
I bambini spesso devono fare i conti con la rabbia: come la possono gestire correttamente e perché non va vista con negatività?
La rabbia nei bambini è un fenomeno normale, che non va vissuto con ansia né ignorato. Il progetto di ricerca “La rabbia che non si vede” è stato elaborato un sistema di misurazione dell’aggressività nei minori, realizzato dalla Fondazione Policlinico universitario Gemelli, per capire quando certe manifestazioni sono normali (naturali) e quando invece possono sfociare nel patologico.
Durante la ricerca si sta cercando di rivelare gli indicatori precoci di rabbia attraverso test che misurano l’aggressività con una serie di questionari differenziati per fasce di età. Dalle risposte potranno emergere diversi gradi di rischio di sviluppare psicopatologie, come isolamento sociale, cyberbullismo, tossicodipendenze.
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È importante capire che esiste una rabbia distruttiva e pericolosa, che compromette la capacità dei bambini di crede in se stessi, ma non sempre la rabbia è negativa. Talvolta è una spinta a crescere, a misurarsi e a dare al bambino la voglia di farcela da solo. Per esempio, è un sentimento simile a quello che prova un bambino per imparare a camminare da solo.
I genitori non devono scappare davanti alla rabbia. Non devono a loro volta usare la rabbia per contrastare il problema, così come non va punito il bambino e nemmeno va represso fisicamente e psicologicamente.
Devono accoglierla e fargli capire che comprendono ciò che prova, ma potrebbe esserci un modo più dolce per comunicarlo. Essere presenti e non lasciarli soli, perché quel sentimento dalla valenza positiva se abbandonato al bambino si più trasformare in qualcosa di negativo, di non gestivo, che spesso influenza anche i disturbi dell’apprendimento. Inoltre, è molto importante che la rabbia non sia repressa: dovete interpretarla come una richiesta di amore, come una richiesta di aiuto, qualcosa con cui misura i suoi limiti e le sue frustrazioni.
Via | BimbiSanieBelli