Cronaca
Mamme da legare: bimbi a casa malati, l’incubo di ogni genitore
Lo sappiamo, capita a tutti.
Asilo: l’habitat ideale di tutti i virus e i batteri. Bambini che tossiscono e starnutiscono su tutto ciò che si muove, mani da mettere in isolamento in un reparto infettivo, carta igienica usata raramente per lo scopo previsto, bicchieri senza un proprietario. E, così, accade: bimbo a casa per una settimana. Magari due.
Io lavoro da casa: per molti, il mio è un privilegio. Vorrei rassicurarvi: non lo è. Perché, che mia figlia si trovi a casa o all’asilo, io devo lavorare. Non stacco mai, e la mia pausa è andare a fare una lavatrice. Quando la bambina è a casa, il maledetto multitasking diventa praticamente onnipotenza. Tutti i suoi giocattoli sono in giro, deve mangiare, deve prendere le medicine, misurale la febbre, pulisci il bagno, fai una lavatrice che non ci sono più calzini, rispondi alle sue domande, falla giocare, finisci quel lavoro che devi consegnare. Non mi piace, è disumano. Se fossi Dio, l’onnipotenza mi verrebbe naturale, ma non lo sono.
Il cervello mette il pilota automatico, e il fisico spreme ogni caloria disponibile. Lei si annoia tantissimo, e vorrei vedere: a 4 anni non trai alcun godimento dal riposo forzato. “Mi annoio” diventa un mantra e, così, le concedo praticamente tutto. Ieri ha sparso colla su una superficie di un metro quadro: 5 minuti di pace mi sono costati 20 minuti di pulizia. Perché non si mandano i bambini all’asilo con mascherina e guanti in lattice, per limitare i danni da esaurimento materno? Vi prego, raccogliamo le firme.
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