Alimentazione per bambini
Mamme da legare: “Non lo voglio!”, la frase tipica dell’ora di pranzo
I nostri pranzi e cene sono prevedibilissimi.
Sono stata una bambina di scarso appetito: mia madre si è disperata per anni chiedendosi come potessi sopravvivere e crescere. Ma, essendo sopravvissuta ed essendo cresciuta, non ho le credenziali per rimproverare a mia figlia lo scarso appetito e la scarsa voglia di variare cibi.
La fase dello svezzamento era partita per me con grande entusiasmo: inventavo di tutto, io che detesto cucinare, e mia figlia mi dava soddisfazione. Poi, è iniziato il periodo del “non lo voglio!”. Attualmente, qui ci nutriamo di pasta al sugo, pasta in bianco, frittate, salsiccia, carote e finocchi. Stop. E sono anche fortunata, rispetto ad altre madri. All’asilo, sembra che le cose vadano leggermente meglio, in quanto pare che la cuoca sia più brava di me.
Non insisto. Quando ogni tanto dice: “che buon profumo!”, guardando nei nostri piatti, mi limito a un “vuoi assaggiare?”. Né mi lancio in ardite composizioni di verdure che formino facce o dinosauri. Ho iniziato a mangiare melanzane e peperoni a 24 anni, e la mia punizione sarà per sempre aver perso 24 anni di peperoni imbottiti e parmigiana. Credo nel karma del cibo. Un giorno si chiederà come ha fatto a resistere alla mia pizza. Che è molto meglio di quella della cuoca dell’asilo.
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