Educazione
Mamme da legare: come gestire le interferenze esterne nell’educazione dei nostri bambini
Avete la tentazione di crescere i vostri bambini su un’isola deserta? Vi capisco.
Nasce. Sin dai primissimi tempi tenti di farle capire che potrà essere tutto ciò che vorrà: una femminuccia vestita di azzurro o rigorosamente di rosa, un’adolescente che pensa solo al motorino o solo ai vestiti, un’universitaria a ingegneria meccanica o a scienze dell’educazione. L’asilo ti dà una mano: maschi e femmine puliscono insieme, cucinano insieme, hanno le stesse responsabilità. E poi… La doccia fredda.
“Papà non può prendere il tè con noi. Questa è una cosa da femmine”. Trattengo il fiato, le parole, l’ira (non contro di lei, ovviamente). Trattengo la frase “CHI TE LO HA DETTO?”, perché conosco la risposta. E, così, dico semplicemente la verità. Fino a qualche mese fa avrei detto “Ma no, tesoro, avrai frainteso, hai capito male”. Ma è sbagliato: mia figlia ci sente benissimo e capisce benissimo. E, così, lo dico: “Questa è una sciocchezza. Ti hanno riferito male. Maschi e femmine possono fare le stesse cose. Io bevo caffè, papà ama le tisane”. La bambina mi guarda e, invece del solito sguardo smarrito e confuso, stavolta mi guarda con decisione, con l’aria di chi ha preso per buone le mie parole. Maschi e femmine possono fare le stesse cose. Punto.
Questi circoli di signorine che fanno cose da signorine e maschietti che fanno cose da maschietti a casa mia non si riuniscono. E, sono convinta, non si riunivano nemmeno a casa di Samantha Cristoforetti. Se mia figlia deciderà di fare la stilista di vestiti per Barbie, sarà perché lo ha scelto, non perché è una cosa da signorine.
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