Salute e benessere
Fototerapia neonatale: effetti collaterali, durata e indicazioni
La fototerapia neonatale rappresenta un valido trattamento nei confronti dell’ittero: scopriamone di più
La fototerapia neonatale rappresenta il rimedio più conosciuto ed utilizzato per trattare e risolvere l’ittero nei neonati. Patologia per la verità non troppo rara, l’ittero, facilmente riconoscibile per il caratteristico colorito della pelle giallastro che comporta, è causato dall’eccesso di bilirubina in circolo o dalla fatica richiesta per il suo smaltimento. Nei casi meno gravi accade che questa venga rimossa autonomamente nel giro di pochi giorni.
Laddove invece comporti il ricorso alla fototerapia accade che, esponendo il bambino che ne sia affetto alle radiazioni ultraviolette, si verifichi la modificazione della composizione chimica della bilirubina. A seguito di tale trattamento questa risulterà meno tossica per il bebè e facilmente smaltibile.
Uno dei pochi effetti collaterali legati alla fototerapia è da riscontarsi nella disidratazione. Ciò comporta la necessità di reintrodurre i liquidi in circolo per via endovenosa. Può avvenire, raramente, che a tale terapia possano seguire alcune conseguenze dermatologiche, fortunatamente reversibili.
Generalmente la fototerapia ha una durata variabile che si aggira tra i 3 ed i 4 giorni. Molto dipende, comunque, dalla gravità della singola situazione nonchè dalle apparecchiature presenti nella struttura di riferimento.
C’è da sottolineare come nei casi più gravi l’ittero possa comportare problemi nel corretto sviluppo del neonato, sia a livello psichico che motorio. Proprio per tale ragione questo deve necessariamente essere monitorato fin da subito, dapprima in ospedale, poi a casa e attraverso visite periodiche.
L’ittero fa generalmente la sua comparsa ad un paio di giorni dalla nascita per poi raggiungere una fase acuta a 5 giorni di vita. Una maggiore incidenza dell’ittero si registra nei bambini nati prematuramente.