Gravidanza
Le cose che rendono l’attesa di un bambino insopportabile
La dolce attesa è si un momento unico nella vita di una donna, ma non idilliaco come molti credono: ecco perchè
L’attesa di un bambino rappresenta un momento magico che, nonostante i vari risvolti della medaglia, resta comunque un’esperienza che tutte ricordano con piacere. La nausea e la stanchezza, il senso di pesantezza e la goffagine, non sono i soli fattori che la rendono “insopportabile“. Eccone alcuni.
Impossibilità di pianificare. Questo è uno degli aspetti meno piacevoli. E’ legata non solo all’incertezza della data di nascita che rende difficile poter progettare qualunque cosa, ma anche allo stato di salute della futura mamma che, specie nei primissimi mesi deve evitare diverse situazioni tra viaggi, lavoro ed altre attività prima effettuate a cuor leggero.
Mani e piedi gonfi. Si tratta di un disturbo molto frequente in gravidanza, specie nel terzo trimestre. Certo è che non è affatto divertente non riuscire a calzare un paio di scarpe e non poter stare in piedi per più di 5 minuti senza ritrovarsi sui piedi i segni delle infradito o delle ciabatte.
Peso del pancione. Fortunatamente si tratta di un fastidio caratteristico degli ultimi mesi, ma andare in giro e cercare di condurre la propria vita con una pancia pesante ed ingombrante che grava anche sulla schiena rende tutto molto più difficoltoso.
Non riuscire ad indossare i propri vestiti. Conseguenza del peso che aumenta ma in questo caso siete giustificate: state ingrassando per una giusta causa e presto tornerete alla vostra taglia.
Attesa. L’attesa è l’aspetto forse più difficile da gestire. E’ come se foste impotenti aspettando il momento che il bimbo decida di venire al mondo, ed allora non vi resta che stare a vedere, pensando e ripensando durante tale lasso di tempo, che sembra essere infinito.
Fronteggiare la curiosità di amici e parenti. L’ennesimo messaggio con su scritto “E allora? A che punto siamo?” potrebbe non essere così gradito quando non si faccia altro che rispondere: “Non è ancora il momento, ci vuole ancora un po’.”
Foto | Kristina Servant