Cronaca
Mamme da legare: I capricci, questi (s)conosciuti
I capricci sono una dura prova, per i genitori.
Nel corso della nostra vita, avremo visto chissà quanti bambini fare i capricci per strada, nei ristoranti, nei centri commerciali. Chissà quante volte avremo pensato dei genitori “Ma perché non li fanno smettere?“. Poi, un giorno, ci troviamo dall’altra parte, vendetta di tutte le madri e i padri che abbiamo guardato con disappunto.
I capricci sono inevitabili: è inutile leggere libri e riviste specializzate, non si scampa. “Un bambino che fa i capricci ha dei genitori che non sono in grado di ascoltarne i bisogni più profondi”. No, io i bisogni profondi di mia figlia li capisco, è che se le viene voglia di disegnare con me e io devo preparare il pranzo, ma allo stesso tempo non riesco a coinvolgerla in alcun modo, le mie scelte, la mia inventiva e la mia pazienza oltre un certo punto non vanno. Anche perché, se a lei viene fame e non c’è nulla da mangiare, la scenata è comunque dietro l’angolo.
Dopo 8 ore con lei, è dura riuscire ancora a negoziare, a inventarsi nuove attività, a darle nuovi stimoli. Soprattutto se, nelle ultime due di queste otto ore, hai disperatamente cercato di andare in bagno senza riuscirci. E sei lì, distrutta, mentre tuo figlio testa fin dove può arrivare, attività che gli si rivelerà utile durante l’adolescenza. E ti ritrovi in un ristorante, con la coppia vicina infastidita da tua figlia che non ne vuole sapere di restare seduta, e guardi i due piccioncini senza astio, ma con lucida malvagità: “Toccherà anche a voi”. Qualche tavolo più in là, una coppia con due figli. I vostri sguardi si incrociano, e il loro, ancora più lucido e malvagio, vi dice: “Sì. Capiterà anche a loro”.
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