Crescita
Mamme da legare: è l’apocalisse? No, è solo mia figlia che fa i capricci
I capricci dei bambini, a due anni, raggiungono vette impensabili.
All’improvviso, il delicato esserino che hai partorito, che pure qualche volta piagnucolava o urlava, si trasforma in un mostro urlante che ha, come unico scopo, quello di testare la tua sopportazione.
Un momento di svago e gioia, in pochi secondi e senza motivazione alcuna, si trasforma in una scenata epica. Sei lì, che giochi felice con tuo figlio, quando improvvisamente il pargolo inizia a lanciare urla belluine, stendendosi e sbattendo mani e piedi, e tu riesci solo a pensare “ma perché?”. Non hai il tempo di darti una risposta, perché subito ti preoccupi che i vicini chiamino i carabinieri: “Oddio, penseranno che lo sto frustando!”.
“Vuoi mangiare? Bere? Cambiare gioco? Uscire? Leggere? Fare una partita a backgammon? Scacchi? Croquet? Pallacorda?”. “Sì”, ti urla come se da quello dipendesse la sua vita. Io non so come si giochi alla pallacorda. Posso prendere due cucchiai di legno e un palloncino avanzato dal compleanno, ma più di questo…
Alcuni capricci sono annunciati, e sono quelli provocati dalla tua reazione a una sua provocazione: “Non lanciare la palla nella vasca del pesce o rientriamo in casa”. La palla viene lanciata, naturalmente, ma hai quei due secondi di preavviso in cui riesci a prepararti all’imminente lamento da sirena dell’ambulanza, che andrà avanti per lunghi minuti. Il cervello appende il cartello “torno subito”, e il nervo acustico si rintana il più possibile, mentre senti qualcuno con la tua voce, distante, dire: “vogliamo fare un altro gioco? Vuoi mangiare, bere, fare una discesa con gli sci, una partita a carte, punto croce, motocross, curling?”. “Sììì”. Lo sapevo, accidenti. Aspetta, cerco una teiera e prendo le scope.
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