Educazione
Mamme da legare: uno schiaffo ogni tanto fa bene?
La questione degli schiaffi: uno ogni tanto, fa bene?
Per la generazione dei nostri genitori non c’erano molti dubbi: lo schiaffo ci voleva. Anche più di uno. Siccome, però, l’educazione dei figli è soggetta alle mode più della lunghezza di gonne e pantaloni, ultimamente questa tendenza è “in ribasso”.
Io sono contraria, ma la motivazione è molto semplice e non ha teorie educative alla base: lo schiaffo per me è cedere all’ira o alla paura e basta. Non ha alcun fondamento educativo. È una perdita dell’autocontrollo inaccettabile, poiché fornirebbe un esempio dannoso.
Quando diamo uno schiaffo? Quando il bimbo l’ha combinata grossa terrorizzandoci (salendo su un davanzale, giocando con un coltello) oppure quando ha a sua volta uno scatto d’ira, verbale o fisico, contro di noi. E cosa dovremmo fare? Imitare il suo comportamento facendo valere la nostra superiorità fisica o di autorità?
A me lo schiaffo ha sempre dato l’impressione di essere una specie di “vendetta” istintiva, nessuno picchia il figlio dopo averci ragionato: “dunque, hai fatto questa cosa e io, dopo aver valutato, decido di suonartele”. Si fa e basta.
Non mi sembra un grande esempio da fornire a un bambino, e lo dice una famosa per il lancio di oggetti quando perdeva le staffe. Ma da quando è nata la bambina conto fino a 100. È vero, a volte gli schiaffi te li tirano dalle mani. È vero, a volte fanno cose pericolosissime e non sai come sfogare la paura presa. Ma come posso insegnare l’autocontrollo verbale e fisico, se per prima non lo pratico? Perché tante madri si nascondono e piangono, dopo aver dato uno schiaffo ai figli? Perché la coscienza possa avere il tempo di dire loro: “brava, bell’affare. E che hai risolto?”.
Foto | Flickr