Cronaca
Mamme da legare: Sono una pessima madre. O forse no
Ogni tanto, quella di essere una pessima madre, è per me una certezza.
Un “no” detto a mia figlia che vuole giocare, perché devo fare una lavatrice. Un “dopo” detto quando lei vuole uscire, perché devo pulire i fornelli o finire un lavoro. Il tablet dato per avere un quarto d’ora di tranquillità.
Poi ci penso un attimo, e valuto la mia giornata: due ore dopo essermi alzata vago ancora in pigiama mentre lei è già lavata, vestita, ha fatto colazione e ha giocato. Le mie unghie gridano vendetta, così come le mie sopracciglia, ma curarsene sarebbe un’occupazione del tutto velleitaria e quindi scartata.
Non leggo un libro da non so quanto tempo (in realtà lo so perfettamente…), e una volta, per riuscire a fare il cambio di stagione, ho dovuto pagare una babysitter che mi tenesse la bambina nella stanza a fianco. Se devo andare dal medico, devo fare conti complicati per capire quando il mio compagno è a casa o quando viene a trovarmi una delle nonne. Insomma, il mio tempo è suo, come è giusto che sia.
Quando fa i capricci è perché si annoia, come tutti i bambini, o vuole manifestare sonno, fame o comunque un disagio. Per fortuna è una bimba che si distrae facilmente, ma dopo aver inventato giochi per una giornata intera, arrivo a non avere più idee. Nemmeno una. Cervello completamente sciolto dal suo pianto, totale incapacità di prendere una decisione, apatia galoppante. Una brava mamma riuscirebbe a reagire e inventerebbe mirabolanti passatempi? Non lo so, forse. Io a un certo punto non ce la faccio più.
E come me tante mamme che conosco. Siamo un esercito di pessime madri bombardate da frasi del tipo “una brava mamma non è mai stanca”, o “una brava mamma non ha bisogno di tempo per se stessa”. Sarà… Quando sono diventata madre non mi aspettavo nulla di differente, sapevo che sarebbe stato faticoso. Ma, almeno, fateci lamentare ogni tanto e abbiate pazienza, visto che in Italia sono tutti Maria Montessori e Maria di Nazaret.
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