Cronaca
Mamme da legare: Abitudini e condizionamenti della maternità: quando al supermercato si “culla” il carrello
Quelle rare volte in cui esco senza mia figlia, cerco automaticamente rampe e scivoli per attraversare la strada e per muovermi in città. Certo, quando ci sono, rampe e scivoli…
Ho perso l’abitudine di portare anelli e orecchini lunghi, nonostante la mia passione per entrambi: coi primi potrei ferire la bambina, mentre i secondi mi verrebbero “scippati” senza pietà, ferendo me. Qualche giorno fa, mentre mi preparavo per uscire, mi resi conto con grande sorpresa che avrei potuto tranquillamente indossarli, perché mia figlia sarebbe rimasta con la nonna, ma non lo feci lo stesso. Non so cosa temessi, non ero diretta a un parco giochi con 30 bambini, ma hai visto mai…
Stessa cosa per i tacchi: con una duenne scatenata che non ha ancora colto la differenza tra correre e camminare, rischierei ogni volta di rompermi una gamba per starle dietro. Eppure, anche se lei non c’è, rinuncio a indossarli.
In casa faccio una corsa per riporre i coltelli appena tolti dalla lavastoviglie anche se lei non è nei paraggi, e automaticamente poso i detersivi in posti improbabili e ad altezze alpine anche se lei è a 20 metri e dorme. Una volta che lei era fuori col papà ho lasciato il mio pc sul tavolo e mi sono sentita una ribelle. Ero già pronta per entrare nella doccia, ma non ce l’ho fatta: sono corsa in sala da pranzo per metterlo via.
Ma il vero capolavoro accade al supermercato: ancora oggi, dopo quasi 24 mesi, quando mi fermo davanti a uno scaffale “cullo” il carrello. È più forte di me: mi fermo, osservo gli oggetti esposti e, distrattamente, mando avanti e indietro la verdura e la pasta. Dopo pochi secondi me ne rendo conto, generalmente. Non so se le mele e le pere gradiscano la ninna nanna, ma più di una volta mi sono sentita osservata dal mio vicino di corsia. Datemi 4 ruote e io non riesco a tenerle ferme.
Forse tra qualche anno indosserò di nuovo orecchini e tacchi. Forse la smetterò di far stare buoni crackers e mortadella, non lo so. Magari in auto potrei anche finirla di tenere gli occhi sullo specchietto retrovisore per controllare il sedile di dietro (tranquilli, non quando guido. Tanto, non guido mai). Potrei addirittura decidere di non chiudermi più dietro tutte le porte ogni volta che giro per casa, o di cercare un tavolino al bar lontano dai fumatori anche quando sono sola con un’amica. Nel frattempo, continuerò a spezzarmi le unghie nel tentativo di aprire i maledetti fermi alle ante della cucina. Non sono a prova di bambino, sono a prova di essere umano.
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