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Crescita

Il Complesso di Elettra, quando le bambine si innamorano del papà

Individuato da Jung quale contraltare femminile al Complesso di Edipo, il Complesso di Elettra è una normale fase di crescita che attraversano tutte le bambine. Scopriamo cause e sintomi

Il Complesso di Elettra è una naturale fase della maturazione dell’identità sessuale nelle bambine che si verifica nella prima infanzia. Le piccole di casa si “innamorano” del loro papà, che rappresenta la prima e principale figura maschile con cui si relazionano, e del tutto inconsciamente desiderano sposarlo, prendersi cura di lui e diventare la persona più importante della sua vita.

Tutte le relazioni d’amore successive che una donna intreccerà una volta cresciuta, saranno influenzate da questo primo rapporto, che pertanto è cruciale per l’armonioso sviluppo della femminilità e l’acquisizione di una solida autostima.

In questa tappa di crescita le mamme assumono un ruolo di “rivali” in amore, perché con la loro presenza distraggono il papà dalle attenzioni verso la figlia che pertanto diventa gelosa, proprio come accade ai maschietti quando attraversano la fase del Complesso di Edipo e desiderano tenersi la loro mamma tutta per sé allontanando il padre, che in modo del tutto inconscio percepiscono come una minaccia alla loro virilità.

Le bimbe diventano piccole Elettra nel periodo delicato di passaggio dalla prima alla seconda infanzia, ovvero intorno ai 5-7 anni, quando si cominciano a comportare come piccole donne seduttive (in modo del tutto innocente!). Questi atteggiamenti, che possono apparire un po’ strani, in realtà non lo sono affatto, anzi, sono sintomo di un processo di maturazione “sano” e naturale, spontaneo, che tutti i bambini attraversano anche se la loro inclinazione sessuale non risulterà, poi, dopo la pubertà, di tipo etero.

Dobbiamo infatti considerare che i bambini hanno il loro “imprinting” sentimentale e sessuale in casa, attraverso la relazione con i propri genitori e in particolare con quello dell’altro sesso, che diventa il proprio “oggetto d’amore” prediletto.

Nel caso delle bimbe, la situazione è un po’ più complessa rispetto ai maschietti perché anche per loro la prima fase dell’infanzia è quella dell’attaccamento assoluto alla mamma, ma poi, una volta che le piccole si accorgono delle differenze fisiche di genere (e quindi scoprono di non avere il pene), cambiano “oggetto del desiderio”, che diventa il papà, mentre la mamma è inconsciamente vista come la responsabile della loro “castrazione”.

Insomma, parliamo di quella che Jung (colui che per primo elabora la teoria del Complesso di Elettra), definisce “invidia del pene”. Attenzione a non confondere la forma patologica, non risolta, del Complesso, con la sua elaborazione normale e sana, che si risolve nel giro di pochi anni.

Le bimbe, infatti, una volta che comprenderanno di non potersi sostituire alla loro madre come compagna del padre (un processo di maturazione naturale), inizieranno a riversare le proprie attenzioni sui coetanei maschi, iniziando la fase delle “prime cotte”, ricca di emozioni e di scoperte.

I genitori devono, dal canto loro, facilitare il passaggio comportandosi in modo molto spontaneo e naturale, senza enfatizzare i comportamenti della bimba che cerca di intromettersi tra le effusioni genitoriali e che appare ostile nei confronti della mamma.

Il papà e la mamma dovranno continuare a scambiarsi affettuosità tra di loro e al contempo coccolare tanto la loro bimba che cresce e cerca la propria identità sessuale. Il mito di Elettra da cui il Complesso trae il nome deriva da una nota tragedia di Eschilo e narra di una fanciulla che uccide la madre Clitemnestra e il suo amante Egisto (con la collaborazione del fratello Oreste) per punirli di avere a loro volta assassinato il padre Agamennone.

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Foto| via Pinterest

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